– Nuove uscite –
Saggistica: Il mito infranto di Antonio Galdo
Dal 22 gennaio in libreria e in e-book il primo libro Codice del 2025, Il mito infranto di Antonio Galdo.
Alle 10,50 e 45 secondi (ora italiana) del 14 settembre 2015 i due strumenti dell’esperimento Ligo negli Stati Uniti (nello Stato di Washington e in Louisiana) hanno registrato un dato anomalo. Per la prima volta l’Universo “ha parlato”. Quello che cent’anni fa, nel novembre 1915, Albert Einstein aveva solo ipotizzato nella sua Teoria della relatività generale, ora è stato provato: le onde gravitazionali esistono. Per la fisica e la scienza tutta l’11 febbraio 2016 sarà ricordata come la data di una delle scoperte più importanti del secolo, un risultato senza precedenti che, oltre a confermare l’esistenza delle onde gravitazionali, fornisce anche la prima prova diretta dell’esistenza dei buchi neri. È proprio l’«increspatura» dello spazio-tempo prodotta da questi fenomeni cosmici molto violenti, come per esempio la cosiddetta «inflazione cosmica» durante il Big Bang, a creare le onde gravitazionali rivelate, prodotte nell’ultima frazione di secondo del processo di fusione di due buchi neri, di massa equivalente a circa 29 e 36 masse solari, in un unico buco nero ruotante più massiccio di circa 62 masse solari. Le tre masse solari mancanti al totale della somma equivalgono all’energia emessa durante il processo di fusione dei due buchi neri, sotto forma di onde gravitazionali. I due buchi neri, prima di fondersi hanno percorso una traiettoria a spirale per poi scontrarsi a una velocità di circa 150 mila chilometri al secondo, la metà della velocità della luce.
Il fenomeno è stata osservato da due rilevatori sotterranei negli Usa, progettati per captare le minime vibrazioni prodotte dalal onde gravitazionali, un progetto noto con il nome di Laser Interferometer Gravitational-wave Observatory e l’acronimo LIGO. Il gruppo del LIGO lavora in stretta collaborazione con i colleghi italiani del VIRGO e i francesi del CNRS. Ci sono voluti mesi perchè gli scienziati verificassero i dati prima dell’annuncio di oggi, che segna il culmine di una ricerca in corso da decenni. Secondo Einstein lo spazio-tempo è una specie di rete che cede sotto il peso degli oggetti e le onde gravitazionali sono come increspature sulla superficie di uno stagno causate da un sasso lanciato. Gli scienziati in precedenza erano riusciti a dedurre l’esistenza delle onde gravitazionali, ma mai finora a osservarle.
«Questo risultato rappresenta una pietra miliare nella storia della fisica, ma ancor più è l’inizio di un nuovo capitolo per l’astrofisica. Osservare il cosmo attraverso le onde gravitazionali cambia radicalmente le nostre possibilità di studiarlo: finora è come se lo avessimo guardato attraverso radiografie, mentre adesso siamo in grado di fare l’ecografia del nostro universo».
Fulvio Ricci, professore all’Università La Sapienza di Roma e ricercatore dell’Infn, coordina la collaborazione internazionale Virgo
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