Vinyl, Will Hermes e quel 1973 che ha cambiato per sempre la musica rock

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È la New York ruvida e sfacciata, allo sbando tra droga e criminalità e allo stesso tempo segnata da un’esplosione creativa senza pari, tra Andy Warhol e Led Zeppelin, tra modelle e discografici senza scrupoli, sregolatezza ed eccessi, sesso, rock e new age, a fare da sfondo a “Vinyl“, la nuova serie dell’HBO prodotta da Martin Scorsese (che ha anche firmato la regia dei primi due episodi), Terence Winter (I Soprano, Boardwalk Empire, The Wolf of Wall Street) e a quell’indiscussa icona musicale che è Mick Jagger. Siamo nel 1973, la Grande Mela è in piena trasformazione: sta rapidamente diventando quel laboratorio artistico ideale, in cui vennero ridefiniti e inventati tutti i generi musicali che avrebbero influenzato i successivi decenni, che il giornalista e critico musicale di Rolling Stone Will Hermes ha raccontato nel suo libro “New York 1973-1977” (Codice Edizioni, 2014). hermes

Al centro della trama di Vinyl c’è un produttore discografico italo-americano, interpretato da un bravissimo Bobby Cannavale, a un passo dal fallimento e della crisi, che cerca di rilanciare la sua etichetta, l’American Century Records, attraverso i giovany punk Nasty Bits. Con lui, l’affascinante moglie (Olivia Wilde), ex modella e musa della Factory del maestro della Pop Art, e il socio (Ray Romano), alle prese tra lo scouting delle band emergenti, la musica che diventa business – “solo questo, nient’altro” – e una colonna sonora così ricercata e bella da lasciarvi senza più fiato. Realtà e finzione si intrecciano ricreando davvero l’atmosfera della scena rock di quegli anni. Una serie tv imperdibile per gli appassionati di musica, da guardare con il libro di Hermes a portata di mano.

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