Se Mark Zuckerberg avesse inventato il web

«È facile dimenticare quanto il World Wide Web sia straordinario. Un modo di ricordarsene è chiedersi quanto questo sarebbe stato diverso se a inventarlo fosse stato Mark Zuckerberg invece si Sir Tim Berners-Lee. Ovviamente il web sarebbe stato un’impresa commerciale. E non c’è niente di male a fare i soldi, ci mancherebbe, ma nel nostro caso ipotetico questo avrebbe significato che gli interessi del padrone del web e quelli dei suoi utenti non avrebbero coinciso.

Ad esempio, ciascuno di noi potrebbe voler postare in rete contenuti che potrebbero disturbare altre persone. In questo caso il web formato Facebook avrebbe avuto delle linee guida per gli utenti della comunità per garantire la “sicurezza” di ciascuna immagine o idea espressa: nulla che possa essere definito bullismo, niente nudi o violenza. Il Facebook-web sarebbe un posto sicuro per i bambini, o meglio, sarebbe un posto sicuro per l’idea che noi americani abbiamo della sicurezza dei bambini.

E ciascuno di noi dovrebbe iscriversi al web versione Facebook utilizzando il proprio vero nome, niente pseudonimi. E questo non solo metterebbe a rischio di vita quelli di noi che vivono in paesi dove governano regimi che non rispettano i diritti umani, ma ci frenerebbe dall’intraprendere le mille attività creative che proviamo a fare sul web.

Per poter controllare attivamente identità e contenuti, il web che creerebbe Zuckerberg avrebbe bisogno di centralizzare tutte le informazioni che ci vengono caricate. E lo dovrebbe fare in maniera tale da poter monetizzare i nostri contenuti. Queste caratteristiche rendono una rete immaginaria ideata a Menlo Park molto diversa dall’architettura orizzontale del www che conosciamo. Come conseguenza, dal momento che non avremmo la proprietà della pagina sulla quale postiamo i contenuti, la nostra pagina Facebook-web potrebbe avere contenuti ai quali non abbiamo dato il nostro assenso, a cominciare dalla pubblicità. A differenza delle pagine che creiamo su un normale sito, la nostra pagina sul web formato Zuckerberg non sarebbe affatto nostra. Sapremmo inoltre che su una pagina così ci sarebbero algoritmi al lavoro che determinano che che cosa vediamo e sappiamo e che Facebook utilizza quegli algoritmi per fare in modo che questo lavori per realizzare gli obiettivi di Facebook stessa».

David Weinberger, Pagina99 (per continuare a leggere, clicca QUI).

 

David Weinberger ha pubblicato con noi La stanza intelligente. La conoscenza come proprietà della rete.

David Weinberger - La stanza intelligenteIl sapere, prima trasmesso su un supporto rigido e definito come la carta stampata, per la prima volta nell’epoca di internet è alla nostra portata in modo pressoché illimitato. Nella stanza in cui siamo riuniti – internet – dove le fonti non sono certe e nessuno è mai d’accordo su nulla, circola molta più conoscenza di sempre, gestita con capacità superiori a quelle delle nostre singole menti e istituzioni. Eppure, ci dice David Weinberger, internet non ci rende più stupidi; al contrario, questa massa di conoscenza sempre a disposizione ci consente di prendere decisioni migliori di quelle di un qualunque esperto, basta sapere come muoversi al suo interno. Weinberger firma un libro destinato a lasciare il segno, ridefinendo il concetto classico di conoscenza e il suo ruolo all’interno di un mondo sempre online.

Acquista il libro subito su IBS o Amazon.

 

 

 

 

Le ultime news di Codice