Shin Dong-hyuk: io, fuggito dalla prigionia in Nord Corea

La Stampa

«Ogni volta che vado negli Stati Uniti e passo da Washington DC c’è un posto in particolare che torno sempre a visitare: l’Holocaust Museum. Ci sono stato per la prima volta nel 2008 e, sebbene io stesso sia vissuto in un campo di concentramento e sia riuscito a fuggirne, fino a quel momento non mi ero reso conto di quanto tremendo e orribile fosse. La realtà mi ha colpito mentre guardavo un video lì nel museo, lasciandomi sconvolto. Il video mostrava una clip in cui i nazisti si disfacevano dei corpi degli ebrei morti nei campi buttandoli in fosse e poi coprendoli con la terra portata da un bulldozer. In quel momento ho rivisto il campo in cui sono nato e cresciuto. Le somiglianze erano impressionanti.

Ciò che i nazisti hanno fatto non è qualcosa che appartiene al passato: succede ancora oggi. La differenza è che ora si tratta di un altro folle dittatore; dittatore che un giorno potrebbe fare la stessa, identica cosa ai prigionieri politici detenuti nei campi. E se la comunità internazionale e il mondo intero non se ne occuperanno e non agiranno, un domani quello che è già successo potrebbe succedere di nuovo, e il mondo finire per vederlo in tv, o in un documentario. Tutti vedranno ripetersi questa indicibile tragedia della storia; vedranno un dittatore malvagio che tormenta e uccide la sua gente nello stesso modo. Ciò che i nazisti hanno fatto non è finito. La crudeltà e l’orrore si stanno ripetendo, e continueranno a ripetersi, e se non lo raccontiamo alla gente, e non rendiamo nota quest’atrocità, questa situazione orrenda finirà semplicemente nello stesso modo, come allora, come durante la Shoah.

Da quando sono nato, da quando ho cominciato a osservare il mondo con i miei occhi e a udirlo con le mie orecchie, ho visto guardie in uniforme che imbracciavano fucili e picchiavano altri prigionieri. Non c’era mai nessuno che si opponesse, perché quella era solo la punta dell’iceberg della vita dei campi. I prigionieri venivano puniti per i loro peccati. Anche io non ci facevo caso. Non conoscevo altro. Dopo essere fuggito e aver scoperto la verità sulla vita, di quella situazione mi ferisce anche il solo pensiero. Le azioni del regime e delle guardie sono orribili, senza pietà. Sarebbe difficile per chiunque anche solo immaginare quel che succede lì dentro».

Shin Dong-hyuk, La Stampa (per continuare a leggere sul giornale, clicca QUI).

 

 

shin_evidenzaShin Dong-hyuk, protagonista di Fuga dal Campo 14 di Blaine Harden, in uscita il 25 settembre (pre-ordina la tua copia su Amazon) sarà al Teatro Carignano venerdì 26 settembre alle 18.30, all’interno delle giornate di Torino Spiritualità. A introdurlo sarà Mario Calabresi, direttore della Stampa.
Interverranno Piero Fassino, sindaco di Torino, e Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della regione Piemonte.