«Una parola rubata all’agricoltura e alla psicologia sta diventando la chiave di accesso alle nuove pratiche ambientali ed economiche per vincere la crisi. É la resilienza, ovvero l’arte di adattarsi al cambiamento trasformando le incertezze in occasioni e i rischi in innovazione. Un nuovo modo di pensare l’impresa e il ruolo della società che sta dando i suoi frutti anche in Italia.
Chissà se la psicologa americana Emmy Werner, che alla fine degli anni Ottanta studiò la risposta alle diverse difficoltà della vita (nascite difficili, povertà, alcolismo, malattie mentali, violenza) di 698 neonati dell’isola hawaiiana di Kauai, si aspettava una diffusione così capillare della parola resilienza. Una capacità di resistere alle crisi e, insieme, di re-inventarsi, evocata da Barack Obama e dal World Economic Forum di Davos, dalle convention ambientaliste e dall’imprenditoria sociale e cooperativa. Eppure, fino a poco tempo fa, in Europa si parlava di resilienza soprattutto riferendosi agli esseri umani, bambini o adulti, che avevano subito un trauma, e uno degli studiosi che più ha sviluppato questo concetto è il neurologo, etologo e psicanalista francese Boris Cyrulnik (i suoi libri sono editi in Italia da Codice Edizioni): “Il destino della parola resilienza è tipico di tutti i termini polisemici. Se Werner la applicò in ambito psicologico, negli stati anglosassoni la parola resilienza veniva usata abitualmente in meccanica, metallurgia e soprattutto in agricoltura, dove un suolo veniva definito resiliente quando, dopo una calamità naturale come un’inondazione o una siccità, era capace di riprendere vita, anche se sotto una forma diversa rispetto a quella precedente lo choc ambientale».
Manuela Ravasio, Sette – Il Corriere della Sera (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).
Esiste un lato oscuro del dolore: la vergogna di raccontarlo. Un malessere che logora chi è già logorato, che costringe al silenzio e impedisce la narrazione di ciò che ci ha ferito. Boris Cyrulnik ha dedicato la sua intera carriera a studiare gli effetti degli eventi traumatici e dolorosi, ed è giunto a elaborare il concetto di resilienza (termine preso in prestito dalla fisica che si riferisce alla proprietà di un materiale di resistere agli urti) per descrivere la capacità di superare episodi tragici basandosi sulle proprie forze e imparando a condividere le proprie esperienze.