«A fornire lo spunto per il titolo è una frase che l’autore Renato Bruni, professore associato in botanica farmaceutica all’Università di Parma, attribuisce a suo nonno, intento a trafficare nell’orto: “Le piante son brutte bestie – diceva – non le capisci se non le osservi da vicino”. Troppo diverse da noi per generare empatia, non catturano il nostro interesse e spesso ci appaiono come un “tutto indistinto”, a meno di non abbassare lo sguardo e prestare attenzione. Sporcandosi le mani e passando dal tavolo di laboratorio alla terra del giardino, Bruni racconta la vera vita del mondo vegetale, molto lontana dall’idea soave e angelicata che spesso ne abbiamo».
Dopo aver ereditato un giardino di città, un botanico da laboratorio inizia a osservare aiuole, prati e vasi con lo sguardo della biologia, della chimica, dell’ecologia e della fisica, sporcandosi le mani e imparando sul campo che le piante non sono le creature semplici e angelicate che crediamo. Tra un colpo di zappa e un esperimento, sfoltirà qualche leggenda, trapianterà il piccolo mondo del giardinaggio nel grande contenitore dei fenomeni planetari e fertilizzerà alcune stranezze vegetali. Le storie meno battute e le spiegazioni meno ovvie di un anno di giardinaggio spuntano a fianco delle begonie e mettono radici tra gli inquilini più microscopici nell’umido del terriccio, collegando il pollice verde allo sguardo della ricerca. Una prospettiva che ci porterà a scrutare orti privati, parchi urbani e balconi fioriti con occhi diversi, facendoci cambiare idea su qualche abitudine nella gestione dei giardini non sempre davvero amica dell’ambiente.
Davvero le piante possono cambiare sesso? Perché è impossibile staccare l’edera dai muri? Come fanno le api a trovare i fiori sui nostri balconi?