L’unica cura è un’economia più giusta – Luca Fraioli, La Repubblica

La Repubblica

Inizia così lunga intervista a Paolo Vineis, curata da Luca Fraioli per La Repubblica e incentrata sui temi del suo libro Salute senza confini: «Salute umana e salute del pianeta non sono mai state così intrecciate. E al tempo della globalizzazione non possono essere trattate in modo disgiunto. Tanto meno possono essere affrontate invocando frontiere e nazionalismi, come pure fanno certi leader populisti. Se ci fosse stato bisogno di una ennesima prova, la pandemia da coronavirus è lì a dimostrarlo. Ed è proprio prendendo spunto dal Covid 19 che Paolo Vineis, professore di Epidemiologia ambientale all’Imperial College di Londra, ha ridato alle stampe il suo saggio Salute senza confini (Codice, già nei bookstore online e da domani in libreria).»

Professor Vineis, iniziamo dal titolo: perché “salute senza confini” proprio nel momento in cui sembra essere la malattia a non conoscere frontiere?
«Perché salute e malattia sono aspetti speculari, ancor più nel mondo globalizzato. Da una parte, negli ultimi decenni abbiamo assistito a un incremento della speranza di vita in ogni angolo del pianeta, tranne rare eccezioni: il blocco ex sovietico dopo il crollo del Muro di Berlino e di recente gli Stati Uniti con un peggioramento delle condizioni dei bianchi poveri. Insomma è migliorata la salute a livello globale, grazie alla medicina, alla produzione di cibo migliore, alla minor fatica fisica, al ruolo di istituzioni sovranazionali come l’Oms che hanno contribuito a debellare certe malattie grazie ai vaccini. Dall’altra, però, anche le malattie e le loro cause sono ormai senza confini: lo dimostrano il Covid 19, esploso in Cina e rapidamente arrivato ovunque, l’inquinamento atmosferico che valica le frontiere nazionali, le emissioni di gas serra che hanno effetti catastrofici su Paesi anche molto lontani da chi ha materialmente prodotto la CO2».

L’intervista di Repubblica a Paolo Vineis tocca anche un altro dei temi di Salute senza confini. 

Gli scienziati lanciano da decenni l’allarme per la crisi climatica. La pandemia invece è arrivata inattesa. Lei se l’aspettava?
«Beh, molti l’avevano prevista. Basta ripensare alle parole di Bill Gates in una Ted Conference di cinque anni fa o al piano che Obama aveva messo in piedi dopo l’emergenza Ebola per contrastare una nuova eventuale epidemia».

A questo link l’articolo completo.

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