L’animale quasi indistruttibile che ci aiuterà a curare il cancro

 

“Vive al buio, in gallerie dove l’ossigeno scarseggia, respirando i vapori delle proprie feci. Eppure l’eterocefalo glabro gode di grande longevità e, fino all’ultimo secondo di vita, di ottima salute. I suoi geni potrebbero spiegarci efficacemente come curare ogni malattia, dal cancro all’arresto cardiaco”.

Così inizia l’articolo sull’eterocefalo glabro raccontato da Lisa Signorile nel suo “L’orologiaio miope“, apparso sull’ultimo numero di Science Illustrated.

Questo strano animaletto, molto piccolo, molto brutto, cieco (è capace solo di percepire luce e buio) e privo di padiglione auricolare è un mistero per molti scienziati: dovrebbe vivere solo tre-quattro anni, e invece arriva ai trenta. Dovrebbe essere debole e fragile, invece vive in gallerie sotterranee, in condizioni di scarsità d’ossigeno, e resiste a qualsiasi malattia. Su di lui le cellule tumorali non attecchiscono, e, al momento della morte, si trova ancora in perfetta salute (tanto che una delle domande che si fanno gli scienziati è proprio: perché muore?)

Studiandolo più a fondo si pensa che si potrebbe arrivare a trovare una cura per l’insonnia, per i danni provocati al cervello dalla mancanza d’ossigeno, e persino per il cancro.

 

Di questo e di molti altri “animali impossibili” ci parla Lisa Signorile in “L’orologiaio miope”, libro che abbiamo da poco pubblicato: “Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sugli animali che nessuno conosce”.

“Che cos’hanno in comune Alien e una larva di crostaceo?
E il caduceo dei medici con il verme di Medina?
O i polpi con i replicanti di Blade Runner?
L’evoluzione e la biodiversità come non le avete mai lette”.

 

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N.B. Se l’argomento vi interessa, segnate in agenda: la prossima settimana troverete qui sul sito un’intervista a Lisa Signorile.

[Per leggere l’articolo completo, scaricare il PDF a lato].