«Niente simbolismo delle piante nell’arte: questo è un libro di botanica, scritto da Renato Bruni, professore associato in Botanica e Biologia farmaceutica all’Università di Parma. Prendendo spunto dall’arte per parlare di piante, Bruni confeziona una mostra immaginaria, un viaggio che parte dalle opere per restituire al lettore una peculiare idea di natura, figlia del tempo in cui l’opera è stata realizzata e della cultura dell’artista. Da La grande zolla d’erba (1503) di Albrecht Dürer (Albertina di Vienna) all’Astronauta caduto dello scultore belga Paul Van Hoeydonck portato sulla Luna nel 1971, il bello è scoprire come e quando l’arte parla di natura».
Sul mensile “Bell’Europa” Elena Magni racconta il libro di Renato Bruni, Mirabilia. La botanica nascosta nell’arte.
Mirabilia. La botanica nascosta nell’arte è una mostra scientifica come non ne avete viste mai. Una mostra è l’insieme delle vie che essa è in grado di aprire nella mente del visitatore, e se ben fatta non si limita a una fruizione passiva che faccia dire «ho visto i girasoli di Van Gogh», ma «guardando i girasoli di Van Gogh ho scoperto una cosa nuova». In Mirabilia questa scoperta riguarda il sorprendente mondo delle piante svelato nelle opere di Dürer, Degas, Hokusai, Rivera, Duchamp, Warhol, Banksy e molti altri, dalle dinamiche ecologiche all’archeobotanica, dal sapore dei pomodori fino alle vertical farm e alle rivoluzionarie frontiere della ricerca.
Una mostra d’arte, come un libro, è forse il miglior modo per farsi portare in un luogo inesplorato e nuovo, per fare un passo verso risposte grandi e piccole, per sentirci persone migliori.