Dario De Marco su Esquire si chiede cosa ci perdiamo quando perdiamo l’olfatto: per spiegarlo, si fa guidare da Il senso perfetto. Mai sottovalutare il naso di Anna D’Errico.
Con la conquista della posizione eretta il naso umano si allontana dal suolo e quindi dalla fonte di buona parte degli odori significativi; l’olfatto perde di preminenza, e anche di prominenza, perché le narici arretrano e si schiacciano sul volto, che abbandona la forma allungata tipica di molti mammiferi. E – come spiega Anna D’Errico ne Il senso perfetto – recenti studi sul DNA vanno nella stessa direzione: gli umani hanno molti meno geni deputati allo sviluppo dell’olfatto.
Il pezzo di De Marco su Esquire continua spiegando che le persone di una certa età che perdono l’olfatto, lo fanno in modo lento e impercettibile; spesso l’unica spia è il fatto che ricercano sapori più forti, aggiungendo sale a iosa nei piatti, o esprimendo una improvvisa preferenza per i dolci. L’olfatto è responsabile al 90% di quello che normalmente chiamiamo gusto – com’è noto e come possiamo sperimentare quando abbiamo il raffreddore e “non sentiamo i sapori” – ma questo lo vediamo tra un attimo.
Il fatto interessante è che ben diverso è l’atteggiamento di chi diventa anosmico di botto, o in maniera abbastanza rapida: a una iniziale scrollata di spalle, segue una sensazione sgradevole, come una perdita di presa sulla realtà. Gli anosmici non sono solo tristi perché non sentono il profumo dei lillà in primavera, hanno proprio paura, soprattutto se vivono soli: temono di non sentire il caffè che esce dalla moka, hanno paura di non accorgersi di una fuga di gas, sono terrorizzati dalle cose anche più irrazionali, tipo l’eventualità non sentire la puzza di bruciato e morire in un incendio. Questa costante paranoia, poi, è acuita proprio da quello che abbiamo detto finora: la mancanza di riconoscimento sociale per questo deficit, rispetto ad altre disabilità. Privati degli odori, e della comprensione dei propri simili, gli anosmici sono due volte soli.
A questo link l’articolo completo di Esquire.