«Cosa ci spinge a desiderare un mondo diverso? E, soprattutto, cosa ci porta a raccontarlo? Nel caso di Lauren Groff, scrittrice americana trentaseienne, la ragione è la maternità. Non per nulla il protagonista del suo romanzo Arcadia (Codice), già finalista al Pulitzer, è un bambino, Briciola. Un hippie formato mignon che, cresciuto in una comune degli anni ’60 basata sull’amore libero, si confronterà con la triste fine del sogno lisergico targato flower power. “Amo la nobiltà di uno sforzo che dà vita a qualcosa di nuovo; amo la speranza insita in questo. Ma l’aspetto più autobiografico del libro è senz’altro il sentimento molto intenso tra Briciola e la madre. I figli hanno sconvolto la mia vita nel migliore dei modi” rivela Groff, pediatra e poetessa mancata, ma, in compenso, autrice dell’anno per Vogue, The New York Times e The Washington Post.
Quello che l’ha commossa di più, nel compiere le ricerche preliminari alla scrittura, sono state le vicende dei ragazzini nelle comunità che finirono per disgregarsi: “Volevo raccontare sia il danno che i genitori benintenzionati possono arrecare ai loro figli, sia il modo in cui questi figli interagiscono con il resto del mondo dopo esserne stati esclusi”. Non immaginate una storia alla Dickens, però. Arcadia è toccante, ma asciutto come certe melodie di Arvo Pärt, il musicista che Lauren Groff ascolta ogni giorno quando scrive o quando legge. E lo stile del libro si rispecchia nella sua vita quotidiana. “Scelgo la semplicità in tutte le cose, con la speranza che si traduca in eleganza”, spiega l’autrice, che abita con la famiglia a Gainesville, Florida. “La mia casa è vecchia per essere in Florida, con soffitti molto alti e colori accesi, tanto rumore e molto cibo. Cerchiamo di vivere felici e senza eccessi”. L’ingrediente segreto di questa magica routine domestica? “Scrivere tutti i giorni, perché sono molto triste quando non lo faccio”».
Federico Chiara, Vogue (per leggere l’articolo, completo di foto, clicca QUI).
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America, stato di New York, fine anni Sessanta. Un gruppo di giovani decide di fondare una comune basata suil’amicizia, la condivisione, l’amore e l’indipendenza dal denaro. La chiameranno Arcadia. Ed è qui che nasce Briciola, il primo dei molti figli che andranno a popolare un mondo bucolico e ricco solo di ideali, ben presto corrotti dalle difficoltà della convivenza. La fine della comune costringerà Briciola e il suo grande amore Helle, nati e cresciuti in un mondo popolato da sognatori, a misurarsi con il mondo reale, quello della New York degli anni Ottanta.
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