«Una prima analisi dei dati da parte dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia lascia ben sperare perché non si tratterebbe del ‘risveglio’ di nuova faglia ma del distacco di un pezzo di quella già attivatasi a fine agosto. Uno scenario confortante sotto il profilo scientifico ma che non esclude la possibilità che esista ancora energia da liberare nel breve periodo».
Le scosse che hanno devastato il centro Italia in questi giorni sono conseguenza di un processo geologico in atto da diverse centinaia di migliaia di anni: lo stiramento della crosta terrestre. Lo chiarisce Alessandro Amato, autore di Sotto i nostri piedi, nel rispondere alle domande di Andrea Tundo per Il Fatto Quotidiano.