Da alcuni anni a questa parte lo studio dell’evoluzione umana ha subito un’autentica rivoluzione. Da una semplice immagine lineare si è passati a un modello ramificato nel quale molte specie, antenate o cugine di Homo sapiens, hanno convissuto per milioni di anni; una pluralità di protagonisti, dunque, portatori ciascuno di una storia di adattamenti peculiare, al termine della quale una sola specie ha ereditato il vessillo dell’umanità soppiantando l’enigmatico cugino neandertaliano.
Due antropologi di punta della comunità scientifica italiana aggiornano il quadro complesso e affascinante delle ricerche e delle controversie sulle nostre origini, in un libro in cui antropologia fisica e molecolare concorrono a offrire un’esauriente ricostruzione della nostra storia naturale, confermando le intuizioni darwiniane sulla teoria dell’evoluzione. Una visione naturalistica delle origini della specie umana da cui si evince, in un sorprendente finale, che, in base a una lettura attenta dei dati genetici comparati, i nostri parenti più prossimi, scimpanzé e gorilla, forse appartengono addirittura al nostro stesso genere Homo. La sfida darwiniana all’antropocentrismo, dopo un secolo e mezzo di dispute, giunge a compimento.