La musica è scienza

Per molti giugno è il mese che dà il via all’Estate, per altri è soprattutto il mese che ospita i grandi eventi di musica dal vivo. Gli appuntamenti imperdibili di avvio stagione sono almeno due e si svolgono entrambi a Torino. Il Traffic Festival, evento ormai di carattere internazionale che avrà luogo dal 7 al 9 giugno, voluto e presieduto da Max Casacci dei Subsonica, giunto alla sua nona edizione, e la neonata Festa della Musica, che debutterà il 21 nelle vie del quadrilatero romano.
 Al Traffic di quest’anno suoneranno, tra gli altri, The XX, Tim Exile, Orbital, Foxhound e James Blake. La Festa della Musica nasce invece sull’onda di quella che fin dal 1976 si celebra in Francia a ogni solstizio d’estate, ed è aperta a chiunque abbia voglia di suonare e ballare, dal primo pomeriggio fino a mezzanotte.
Perché ve ne parliamo?
Sembra scontato che a occuparsi di musica debbano essere solamente pubblicazioni specifiche, settoriali, e che non si possa andare di là del testo universitario o della biografia di un artista o di una famosa band. Ebbene, possiamo dirvi che non è così. Tra i nostri libri possiamo vantare almeno quattro titoli che farebbero la felicità di molti musicisti, tecnici del suono, e appassionati di musica in generale.
“Pensate a una melodia che non riuscite a togliervi dalla testa. Potrebbe essere un pezzo dei Beatles così come il jingle della vostra birra preferita. Non ha importanza. Ora: non vorreste potervi sedere attorno a un tavolo con la persona che era presente alle registrazioni di quella canzone? La persona in grado di spiegarvi nel dettaglio perché quella particolare combinazione di ritmo, armonia e timbro si è letteralmente incollata nel vostro cervello, e vi ha portato quasi alle lacrime o vi ha fatto ballare come degli ossessi con il sorriso sulle labbra ogni volta che l’avete sentita?”
fatti-di-musica Vi piace quello che avete appena letto? E’ esattamente l’inizio di ciò che troverete sul risvolto di copertina di Fatti di musica, scritto da Daniel J. Levitin, musicista rock e produttore con un dottorato in neuroscienze. Sempre suo, Il mondo in sei canzoni, un’analisi, a metà tra l’antropologia e la neurologia, del nostro cervello musicale, di come la musica e il ballo siano stati, prima ancora del linguaggio, uno strumento potentissimo di evoluzione per la specie umana.
Argomento, quest’ultimo, che ritroveremo analizzato sotto un’altra luce ne Il canto degli antenati, dell’archeologo inglese Steven Mithen.

Il libro parte da una verità fondamentale: la propensione a fare musica è uno dei più misteriosi, affascinanti e allo stesso tempo trascurati tratti distintivi del genere umano. La musica non è quindi una “tecnologia”, un prodotto creato unicamente a scopo ludico e ricreazionale, ma un contributo essenziale alla genesi del linguaggio e dell’abilità comunicativa dell’essere umano. Un’analisi a cavallo tra archeologia, paleontologia, neurologia e genetica, che tenta di spiegare come e perché gli esseri umani pensano, parlano e creano musica.
E non è finita qui. Se ancora non ne avete abbastanza, in Proust era un neuroscienziato di Jonah Lehrer, troverete un’indagine delle strade alternative, rispetto alla scienza, verso la conoscenza. Insieme al poeta Walt Whitman e alla sua straordinaria capacità di intuire le basi biologiche del pensiero, a Proust e al suo penetrare nel mistero ancestrale della memoria, insieme a un grande pittore come Cézanne e a una grande scrittrice come Virginia Woolf, troveremo anche Igor Stravinskji, uno dei più grandi compositori russi di sempre, cantato da Battiato in Prospettiva Nevskij, qui indagato come avanguardista senza precedenti, padre della dissonanza e delle onde di rumore.
Vi abbiamo reso abbastanza felici? Speriamo assolutamente di sì.

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