enrico_bellone

Il saluto di un amico


Marco Cattaneo saluta l’amico Enrico Bellone sul sito di Le Scienze. Ecco un breve estratto.

Da giorni mi perseguitano, affastellandosi, i fotogrammi di quindici anni. Dell’allegria e delle amarezze, dei successi, della passione. Anche delle discussioni. Mai accese, queste. Sempre in punta di fioretto. Da cui regolarmente uscivamo ciascuno più saldo nelle sue ragioni, eppure più ricco. A volte, se posso osare, felice.
Enrico Bellone era un uomo umile e caparbio, la cui riservatezza sconfinava volentieri in una ritrosia discreta. Poi, all’improvviso, la sua voce profonda rompeva il silenzio e irrompeva nella conversazione catturando l’attenzione. Erano storie che arrivavano da lontano, da una cultura vasta ma mai erudita, da una riflessione intensa ma mai dottrinale. Così quell’uomo minuto conquistava la scena, qualunque scena, per allontanarsene in punta di piedi, lasciandoti lì ad ascoltare l’eco dei suoi pensieri.
Enrico se ne è andato nella notte tra il 15 e il 16 aprile. Della sua statura di storico e filosofo della scienza hanno parlato in molti, in questi giorni. Qualcuno ha ricordato la sua ostinata dedizione alla causa della cultura scientifica, che i lettori di queste pagine conoscono bene. Altri ne hanno sottolineato la lucidità di pensatore.
[…] Da giorni – dicevo – mi perseguitano, affastellandosi, i fotogrammi di quindici anni. Lui mi direbbe, con un sorriso indulgente, che è il modo in cui il mio cervello «fabbrica, demolisce, ristruttura» la realtà, per usare le parole del suo libro appena uscito, Qualcosa, là fuori. Nelle righe finali c’è la sua ultima appassionata arringa in nome della «libera ricerca di base». La porteremo con noi, con il ricordo di un uomo semplice e straordinario.

 


Le ultime news di Codice