Barack Obama

Forse quel vento nuovo inizierà a soffiare

Barack Obama«I discorsi inaugurali migliori sono quelli che diventano argomento di conversazione. Il secondo discorso del presidente Obama, che si posiziona di sicuro tra i più belli dell’ultimo mezzo secolo, è perfetto per scatenare un dibattito sul progressismo pragmatico e patriottico.

Chi lo critica l’ha spesso accusato di essere un outsider, ma la visione di Obama ha radici profonde nel passato della nazione. Ha raccontato una storia dell’America iniziando dalla Dichiarazione d’indipendenza e andando a toccare la normativa sulle ferrovie, l’era progressista, il New Deal, la legge sulle autostrade, la Great Society, Seneca Falls, etc.

Per quanto riguarda il presente, Obama ha sostenuto che l’America deve cambiare approccio, se vuole continuare sulla strada del progresso. I problemi di oggi, come la globalizzazione, i cambiamenti tecnologici, l’aumento delle inuguaglianze e la stagnazione dei salari, ci obbligano a prendere nuove misure collettive per continuare a perseguire gli antichi obiettivi di uguaglianza delle opportunità.

Obama non è stato esplicito sui motivi che ci hanno portato a fallire in queste sfide, ma la sua critica c’era comunque, anche se implicita. L’America ha vissuto una sorta di egocrazia: troppo individualismo e narcisismo, troppa necessità di ritirarsi nel privato. Non si è pensato abbastanza al “noi”, né si sono compiute azioni comuni per il bene comune.

Il presidente ha poi descritto quelle sfere in cui l’azione collettiva è più urgente, per affrontare il riscaldamento globale, rafforzare la classe media, difendere le riforme sanitarie, garantire pari retribuzione alle donne rispetto agli uomini, e pari diritti agli omosessuali.

Obama ha fatto uno splendido discorso, in cui ha dato l’impressione di essere un progressista moderato.
(…) Abbiamo ancora una parte di paese che parla la lingua del governo, e un’altra che parla la lingua del mercato. Non abbiamo nessuna ‘porzione’ di paese che sia a proprio agio con la società civile, nessun partito che comprenda in che modo governo e mercato possano sia schiacciare, sia nutrire la comunità, nessun partito con idee nuove su come queste cose possano fondersi in una.

Ma almeno il dibattito è iniziato. E forse quel vento nuovo inizierà a soffiare».

 

David Brooks, The New York Times (per leggere l’articolo completo, clicca QUI).

 

 

David Brooks è autore per noi di L’animale sociale. Alle origini dell’amore, della personalità e del successo.

David Brooks - L'animale sociale

L’inconscio non è solo importante, ma è il vero motore del nostro pensiero e delle nostre azioni, il reale e concreto fondamento della ragione. E l’uomo non è un animale razionale e individualista: al contrario, è un animale sociale, definito dalle relazioni con gli altri e legato ai suoi simili. «È come se vivessimo in una casa dove abbiamo sempre saputo che c’era un seminterrato. Ora però abbiamo scoperto che quel seminterrato è molto più grande di quanto avessimo mai pensato».

 

 

 

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