Nido vuoto

Cari figli, sparite

Nick crew's letter to his childrenCari tutti e tre,

dopo la serata di ieri, piena come sempre delle pessime notizie e lamentele che a quanto pare vi sentite autorizzati a riversare su vostra madre come se fosse una latrina, penso sia giunto il momento di sputare il rospo.

È chiaro che non abbiate la minima idea dell’amara delusione che ciascuno di voi a suo modo ci ha dato. Stiamo assistendo all’agonia miserabile del quarto fra i vostri matrimoni, e intanto si avvicina la data del quinto.

Sentiamo continuamente nuove puntate delle vite felici e di successo dei figli di amici e parenti, e ci vengono sempre chieste notizie dei nostri, così come dei nostri nipoti. Mi chiedo se riusciate a immaginare come ci sentiamo: non abbiamo nulla da raccontare che faccia onore a voi o a noi.

 

Questa è la lettera che Nick Crews, ufficiale in pensione della Royal Navy inglese, ha scritto ai suoi tre figli (e genitori dei suoi sei nipoti, più un settimo in arrivo) per dire loro di non farsi più vivi finché non avessero potuto dimostrare con i fatti, a lui e alla loro madre, di essere adulti responsabili e genitori decenti (per leggere la lettera completa -che si conclude con un magnifico “I am bitterly, bitterly disappointed. Dad”- potete cliccare sull’immagine quassù, oppure andare sul sito del Telegraph).

David Brooks, che con noi ha pubblicato L’animale sociale, ne ha scritto sul New York Times, commentandola così:

«Il problema, naturalmente, è che non importa quanto queste tirate possano essere soddisfacenti dal punto di vista emotivo: in realtà non funzionano. Si può dire alle persone che sono grasse e che non dovrebbero più mangiare patatine, ma questo non significa che smetteranno. Si possono compilare infinite liste di propositi per l’anno nuovo, sinceramente convinti che ci si comporterà meglio, ma questo non significa che lo si farà davvero.
Le persone non si comportano male perché non sono consapevoli dei propri difetti. Si comportano male perché sono prigioniere di schemi di comportamento distruttivi da cui non sono in grado di fuggire».

Potete leggere l’intero articolo qui.

 

Mentre riflettete su chi, tra i due, abbia ragione, vi lasciamo un titolo che si sposa alla perfezione con il tema: Piccoli tiranni non crescono, di Aldo Naouri.

 

Piccoli tiranni non crescono

 

«Dottore, come posso far capire alla bambina che è ora di andare a letto quando mi dice che vuole continuare a guardare la televisione?».

«Basta spegnere la televisione, signora».

«Dottore, mai lei la riaccende!».

Leggendo questo dialogo si può pensare che la madre abbia a che fare con un’adolescente ribelle. La bambina di cui parla ha ventitré mesi, e pesa meno di dieci chili.

 

 

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