Verso la Giornata Mondiale dell’Ambiente

Il 5 giugno si celebrerà la Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita dall’O.N.U. per ricordare la Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano del 1972 nel corso della quale prese forma il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (U.N.E.P. United Nations Environment Programme). Data che è anche stata simbolicamente scelta come giornata di chiusura della XV edizione del Festival Cinemambiente, rassegna cinematografica internazionale che ha l’obiettivo di presentare i migliori film con tematiche ambientali e promuovere, attraverso il cinema, la cultura ambientale, grazie ad attività sviluppate nel corsodi tutto l’anno. Il Festival è anche il primo in Europa a essere completamente ad emissioni zero e la CO2 prodotta durante la rassegna sarà compensata, mentre tutti i materiali utilizzati sono riciclati e certificati Ecolabel e FSC.

Per l’inaugurazione è stato scelto un progetto importante, portato avanti dal fotografo di National Geographic James Blond, con le immagini che ha realizzato al Polo Nord alla ricerca di prove che dimostrino in modo lampante i danni provocati dal riscaldamento globale. Dal suo lavoro è nato un film, Chasing Ice di Jeff Orlowsky, premiato al Sundance Festival.

Su questo tema, nel 2008, abbiamo pubblicato un bellissimo libro di Sir David King e Gabrielle Walker, dal titolo Una questione Scottante. Il saggio passa al setaccio l’essenza della storia del riscaldamento globale: ciò che abbiamo fatto noi uomini, come l’abbiamo fatto, come è bene che ci prepariamo ai cambiamenti impossibili da arrestare e come possiamo riuscire a evitare gli effetti ancora più gravi che ne scaturirebbero altrimenti. L’obiettivo degli autori è quello di dirci tutto quello che abbiamo sempre voluto sapere sul riscaldamento globale, ma che non abbiamo mai osato chiedere e proporre una serie di soluzioni molto specifiche a questo problema evidenziando inoltre come molte di esse abbiano costi complessivi addirittura inferiori a quello che si avrebbe non facendo nulla.

Un altro testo sull’ecologia e sui danni provocati dall’uomo alla natura è Economia senza natura. La grande truffa, di Ferdinando Boero, da poco uscito in tutte le librerie. La tesi del libro parte da una domanda molto semplice: se le regole che ci siamo inventati (tipo le regole dell’economia) sono in contrasto con le regole della natura, quali regole prevarranno? La risposta, oggi, è che prevalgono le regole che ci siamo inventati noi. Valgono le regole dell’economia, prima di tutto. E l’economia vuole la crescita. Se la crescita si ferma c’è la stagnazione, se invece di crescere l’economia decresce c’è la recessione. Possiamo solo crescere. Ma questo significa crescita infinita. Il mondo, invece, è finito. Se qualcosa cresce c’è qualcos’altro che decresce. Ed è proprio la natura a decrescere.
Le persone, non capiscono però che l’economia deve essere un corollario dell’ecologia, e che potrà continuare a esistere solo se saprà essere un’economia della, e non senza, natura. Perché quest’ultima, prima o poi, presenta il conto.

E che spesso non ci accorgiamo dell’importanza delle cose che ci circondano, dandole per scontate, ci viene mostrato con forza sempre da Gabrielle Walker nel suo libro Un oceano d’aria, del 2009. Un saggio intereramente dedicato all’aria, sostanza a cui spesso non dedichiamo nessuna attenzione, maltrattandola e inquinandola, senza pensare che, come ci fa notare l’autrice, è probabilmente la cosa più importante per la vita sulla terra, perché non solo viviamo nell’aria, ma viviamo grazie all’aria, la sostanza più miracolosa che esista, responsabile del cibo che mangiamo, del clima, dell’acqua e della capacità di trasmettere e sentire i suoni.
Così, l’autrice, ci racconta la storia che i grandi scienziati hanno fatto per capire e conoscere l’atmosfera, come scrive Luca Mercalli nella prefazione all’edizione italiana. Da Galileo Galilei che ne calcolò il peso, passando attraverso Lavoisier, Torricelli, Boyle, Blank, Priestley che ne scoprirono le molteplici proprietà, per arrivare a Cristoforo Colombo che sfruttò gli alisei e i venti occidentali per andare e tornare dalle Americhe fino a Wiley Post, pilota di aerei che scoprì le potenti “correnti a getto” (definite “l’ingrediente finale che consente la vita sulla Terra”).

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