Una domenica con Jeffrey Sachs, in giro per l’Upper West Side

L’economista Jeffrey Sachs, 58 anni, è così cittadino del mondo -specialmente del mondo sovrappopolato, affamato e malato- che riesce difficile immaginarlo circondato dalle comodità dell’Upper West Side. Eppure, quando ha una domenica libera, il direttore dell’Earth Institute della Columbia University e consigliere speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, si dedica ai suoi riti cittadini: per esempio, una spedizione da Zabar’s (rinomata gastronomia sulla Broadway, ndr). Base di partenza per i suoi viaggi è una town-house di proprietà sull’ottantesima West, dove abita con sua moglie, specialista in sanità pubblica alla Columbia, e la loro figlia più piccola, Hannah, diciassettenne, all’ultimo anno di liceo alla Ethical Culture Fieldston School.

 

UNA DOMENICA CON JEFFREY SACHS

 

  • Mi alzo molto presto, di domenica. Di solito alle cinque, a volte anche prima. Buona parte del mio lavoro e dei miei colleghi sono in Europa e in Asia e quindi, inevitabilmente, quando mi alzo ci sono già molte mail, telefonate, e chiamate su Skype.
  • Il lavoro, per la sua stessa natura, tende a essere 7/7, sette giorni su sette. I giorni sono quindi abbastanza indistiguibili l’uno dall’altro, da quel punto di vista, anche se il ritmo a casa è ovviamente più tranquillo, di domenica. Faccio del caffè, mi siedo con la mia tazza di cereali e mi occupo delle mail e di Skype. L’ora successiva è dedicata alla lettura dei giornali, che di solito arrivano verso le 6.30 o le 7.
  • A questo punto è ora di prepararsi e uscire per una passeggiata. Se riesco a convincere Hannah, la porto con me. Spesso si alza presto e ha un sacco di compiti. Di solito verso le 8.30 o le 9 ci mettiamo in cammino.

 

Jeffrey Sachs and daughter

 

  • Praticamente ogni domenica in cui sono a casa facciamo un giro sulla Columbus, più o meno fino a Columbus Circle, poi saliamo sulla Broadway e ci fermiamo in una serie di posti-chiave lungo la strada: Fairway, Zabar’s, Barnes & Noble, Starbucks, il mercato di fronte al Museo di Storia Naturale. Una delle cose meravigliose -e per me, abituato alla città dello scorso decennio, la più grande sorpresa- è che è come fare una passeggiata nella propria cittadina, perché ormai conosco molta della gente che incontro per strada.
  • Da Zabar’s bisogna iniziare dalle olive, poi andare dove tengono le nocciole, e poi al banco del pesce. Hanno il pesce migliore, il più fresco. Il lavoro di “scultura” del cibo è fenomenale: veder tagliare qualcosa da quegli artisti è una gioia.

 

 

  • La domenica pomeriggio la passo generalmente tranquillo, a scrivere, leggere, e pensando a una bella cena di famiglia fuori, per la sera. Al momento sto lavorando a un libro sui discorsi che fece John Kennedy nel 1963; sono quasi alla fine: sto scrivendo la parte dedicata al cinquantesimo anniversario del suo bellissimo discorso sulla pace. La casa di solito è abbastanza silenziosa, con noi tre seduti a pochi metri di distanza, mia figlia a fare i compiti, mia moglie a fare il suo lavoro, e io a scrivere.

 

The New York Times (per continuare a leggere quest’articolo, clicca QUI).

 

 

Jeffrey Sachs è autore per noi di Il prezzo della civiltà. La crisi del capitalismo e la nuova strada verso la prosperità.

Jeffrey Sachs - Il prezzo della civiltà«La crisi economica che ha investito prima l’America e poi il mondo intero affonda le radici in una crisi sociale e morale ancora più profonda: il declino delle virtù civiche tra le élite politiche ed economiche. Se non recupereremo un’etica della responsabilità sociale non ci sarà mai alcuna ripresa».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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