Steve Jobs? Era un mito. Anzi, un camaleonte pieno di contraddizioni (maggio 2012) > 09.05.2012 Il Piccolo anticipa un estratto del libro di Evgeny Morozov, Contro Steve Jobs, un testo che “racconta luci e ombre dell’uomo che ha creato Apple”.
Autore in evidenza: John Freeman > 04.05.2012 John Freeman è uno scrittore e apprezzato critico letterario. Ha pubblicato per importanti giornarli come come il “The New York Times Book Review”, “Los Angeles Times”, “The Guardian”, “The Wall Street Journal” e dal 2009 è Editor di Granta, una delle più prestigiose riviste letterarie al mondo.
“Contro Steve Jobs” intervista esclusiva con Evgeny Morozov > 26.04.2012 In concomitanza con l’arrivo di Evgeny Morozov all’International Journalism Festival di Perugia, annunciamo l’uscita del suo pamphlet Contro Steve Jobs, disponibile in anteprima sin da oggi presso la sola libreria del Festival, e dal 3 maggio in tutti i punti normali vendita. Il lancio è stato accompagnato da un piccolo ma crediamo interessante esperimento: un Tumblr dedicato in cui abbiamo raccolto dieci “contro”, dieci “pro” e dieci immagini significative raccolte in una lavagna virtuale nella quale, fra le citazioni di vari personaggi (compreso Jobs stesso), è possibile leggere un paio di stralci del libro di Morozov, riconoscibili dalla sigla E.M.
John Freeman alla Scuola Holden di Torino > 19.04.2012 John Freeman, autore de La tirannia dell’email, sarà in Italia dal 5 al 7 maggio per tenere una Masterclass d’eccezione presso la Scuola Holden di Torino e presentare, presso il Circolo dei Lettori, il nuovo numero di Granta Italia Freeman è l’editor di Granta, la più prestigiosa rivista letteraria al mondo. Fondata nel 1889, alla fine degli anni ‘70 ha visto l’inizio di una nuova ascesa pubblicando grandi firme e riuscendo a scovare il talento di autori esordienti come Sylvia Plath, Bukowski o Carver.
La solitudine dell’iperconnessione (aprile 2012) > 12.04.2012 La psicologa Sherry Turkle, autrice di Insieme, ma soli, in un’intervista all’Europa ci spiega come e perchè la nostra società si sta trasformando a causa dell’uso smodato e compulsivo delle nuove forme di comunicazione. “Siamo vulnerabili, siamo soli e, allo stesso tempo, abbiamo paura dell’intimità. E per questo stiamo sviluppando tecnologie digitali che sono ‘macchine dell’intimità’ che ci l’illusione di una compagnia senza tutti gli obblighi imposti dall’amicizia”.
Fidatevi, nel 2100 saremo così (aprile 2012) > 11.04.2012 “Il Secolo XIX” intervista il fisico americano Michio Kaku che, nel suo nuovo libro Fisica del futuro, traccia uno scenario emozionante dei prossimi 100 anni tramite l’esplorazione di quelle tecnologie – oggi in piena fase di sviluppo e realizzazione – in grado di cambiare radicalmente, da qui al 2100, la nostra vita. Secondo Kaku entro il 2030 potremmo visualizzare immagini e dati direttamente sui nostri occhi grazie a lenti a contatto speciali, salire su auto che si guidano da sole e indossare vestiti in grado di inviare provvidenziali SOS. E questo sarà solo l’inizio: potremmo saper leggere nel pensiero, spostare gli oggetti con la mente, parlare qualsiasi lingua grazie a un traduttore universale, eseguire ogni mattina uno screening corporeo per capire il nostro stato di salute, e infine sostituire i nostri organi vecchi e malati con altri nuovi ed efficienti.
Non vogliamo fidanzati robot > 27.02.2012 Vi proponiamo un estratto della recente intervista a Sherry Turkle, di cui abbiamo appena pubblicato “Insieme ma soli”, su La Lettura supplemento domenicale del Corriere della Sera. L’autrice, famosa per i suoi studi sugli effetti psicologi delle nuove tecnologie e docente di Sociologia della Scienza al MIT, analizza, partendo dal 1995, le sue riflessioni sulla Cultura digitale e gli effetti che questa ha avuto o non ha avuto sul comportamento degli individui e sulla crescita della società. I suoi studi hanno portato, a distanza di 15 anni dall’ultimo libro, alla pubblicazione di Insieme ma soli.
La natura della tecnologia > di William Brian Arthur Tutte le tecnologie, anche le più innovative, sono sempre costruite su altre già esistenti e riadattate per nuovi obiettivi, in un processo cumulativo e inarrestabile che ricorda l’evoluzione biologica delle specie viventi.