Rosetta, perché il Tg4 è ancora al Medioevo – di Amedeo Balbi

«Devo confessare che quando mi hanno segnalato questo servizio, per qualche minuto ho pensato (sperato?) che si trattasse di uno scherzo. Invece è tutto vero. Ieri l’umanità, con la missione Rosetta, ha mandato per la prima volta nella sua storia una sonda a posarsi sulla superficie di una cometa – un oggetto grande  poche decine di chilometri che viaggia a molti chilometri al secondo a mezzo miliardo di chilometri da qui. Insomma: noi – tutti noi, il genere umano – tocchiamo un corpo celeste vecchio 4,5 miliardi di anni che potrebbe darci informazioni cruciali per comprendere meglio, tra le altre cose, la formazione del Sistema solare e forse l’origine della vita sulla Terra, e cosa fa il Tg4? Manda in onda un servizio che sembra arrivare dritto dritto da una cronaca del Medioevo (quello Alto, che nel Basso già la sapevano più lunga). Guardare per credere (se ce la fate: è roba per stomaci forti, a me dopo hanno dovuto rianimarmi mostrandomi una foto di Carl Sagan): si va dallo sdegno per la violazione di uno dei simboli della natività, all’ironia sul nome della cometa, al disappunto per il fatto che il trapano che ha bucato “quel sasso polveroso” è di fabbricazione italiana, all’apprezzamento per “il mistero” (?)  del bolide di Armageddon, fino all’indignazione per lo sperpero di soldi (con cifre a vanvera) per un’impresa che, a detta dell’autore del servizio, avrebbe eccitato solo gli scienziati. Ci si aspetta che da un momento all’altro si passi alla ricetta di un cataplasma e si raccontino i dettagli dell’ultimo rogo in piazza.

Insomma: una vera e propria apologia dell’ignoranza volontaria.  È del tutto inutile, in un caso come questo, ricordare come quello stesso slancio verso l’esplorazione che ha portato gli scienziati dell’Agenzia spaziale europea a raggiungere la cometa ha spinto, moltissimo tempo fa, i  nostri antenati a lasciare la propria caverna, a conoscere il mondo e a costruire lentamente le meraviglie che oggi rendono migliore la vita di tutti, anche quella dell’autore del servizio: il quale usa, per guadagnarsi da vivere, onde elettromagnetiche, computer, videocamere, e altre diavolerie nate proprio dalla nostra voglia di capire come è fatta la realtà e di provare a trasformarla.

Ma la curiosità, evidentemente, chi non ce l’ha non se la può dare. Così come la capacità di stupirsi di fronte alla bellezza dell’Universo e di emozionarsi di fronte a quello che la specie umana è capace di fare quando decide di allargare i propri orizzonti. È un peccato che non tutti possano apprezzare quanto sia bello vivere in un’epoca in cui possiamo far scendere una sonda su una cometa, anziché vivere nel terrore che la sua improvvisa e incomprensibile apparizione sia un presagio di sventura. Pazienza. Per tutti gli altri, per noi, ci sono gli occhi lucidi e gli abbracci degli scienziati dell’Esa, a ricordarci chi siamo».

Amedeo Balbi, Wired (per leggere l’articolo originale sul sito di Wired, clicca QUI).

 

Amedeo Balbi, astrofisico e ricercatore all’Università di Roma Tor Vergata, ha pubblicato con noi Il buio oltre le stelle. L’esplorazione dei lati oscuri dell’universo e, insieme a Rossano Piccioni, il graphic novel Cosmicomic. Gli uomini che scoprirono il Big Bang.

Amedeo Balbi - Il buio oltre le stelleI primi osservatori che secoli fa sollevarono lo sguardo e cominciarono a scrutare il cielo potevano appena immaginare cosa si nascondesse dietro quel poco che si vedeva a occhio nudo. Da allora l’uomo ha raggiunto risultati straordinari, ha esplorato le più remote profondità del cosmo, e ha tracciato un quadro molto soddisfacente della struttura complessiva dell’universo e dei meccanismi che ne hanno governato l’origine e l’evoluzione. Eppure, per alcuni versi, non siamo in una situazione tanto diversa rispetto a quei primi osservatori. Dopo tutta la strada percorsa, dopo tutte le scoperte e i progressi, gli astronomi conoscono con certezza la natura fisica di una porzione limitata di universo, appena il 5% del totale: una goccia in un’oscurità di cui possiamo solo intuire la maestosità e la vertigine. Cosa sono l’energia e la materia oscura, le componenti predominanti del cosmo di cui abbiamo per ora solo una conoscenza indiretta? Potrebbero mettere in discussione le ipotesi fisiche alla base della descrizione e dell’interpretazione dell’universo? I segreti da strappare al buio del cielo notturno sono ancora tanti.

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Cosmicomic_piatto_cover1964, Holmdel, New Jersey. Mentre mettono a punto un’antenna, due giovani radioastronomi captano un fastidioso, onnipresente rumore di fondo. Inizia così un’investigazione che li porterà a ripercorrere a ritroso mezzo secolo di storia della scienza, tra scoperte sensazionali e intuizioni ingiustamente trascurate, seguendo le tracce di scienziati noti e meno noti: dai mostri sacri Einstein e Hubble al prete-scienziato Lemaître, dal dissacrante Gamow all’eretico Hoyle. Ognuno di loro ha intravisto un pezzo della soluzione, ma nessuno è riuscito a ricostruire il quadro completo. E mentre la storia si dipana, prende corpo la possibilità che dietro a un banale ronzio possa nascondersi qualcosa di molto più importante, la risposta a domande che l’umanità si è posta fin dalla sua infanzia: come e quando è iniziato tutto quanto?

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