Un inedito overbooking del volontariato: è il tempo dell’altruismo

Panorama

«Per fare del bene ci vuole molta pazienza. Almeno 6 mesi di lista d’attesa prima di riuscire a distribuire pasti o indumenti all’Opera San Francesco per i poveri, a Milano. Un inedito overbooking del volontariato, perché gli atruisti stanno diventando tanti: l’ultimo censimento dell’Istat, del 2011, ne ha rilevati 5 milioni, il 43 per cento in più rispetto a 10 anni fa. L’Astraricerche calcola che oggi sono diventati quasi 10 milioni, sorta di nuovo esercito del bene ansioso di aiutare chi se la passa peggio. A tutto campo: con le merende ai senzatetto, l’assistenza ai malati terminali, ai vecchietti e ai detenuti, l’insegnamento dell’inglese a chi non può permettersi di pagare. Fino all’altruismo post mortem, con la donazione di organi, in aumento (oltre 1 milione 400 mila secondo l’Admo) anche grazie al passaparola buonista sui social network. Cosa sta succedendo? Forse è merito dell’onda lunga legata all’elezione di Francesco, il nuovo “Papa buono”? Oppure sta avvenendo ciò che scrive Philippe Kourilsky in Il tempo dell’altruismo (Codice Edizioni): per combattere gli squilibri sociali ed economici occorre un cambiamento profondo dell’individuo prima che della società e della politica».

Donatella Marino e Antonella Piperno, Panorama (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).

 

Philippe Kourilsky - Il tempo dell'altruismoIl fulgido e rassicurante benessere dell’Occidente convive da sempre, ignorandola colpevolmente, con la propria metà oscura, fatta di inquinamento ambientale, spaventosi squilibri sociali ed economici, povertà inaccettabile. Il sistema, però, dice Philippe Kourilsky, così non può reggere: i cedimenti strutturali che si avvertono ovunque denunciano la necessità di un cambiamento radicale. Ma non si tratta di sostituire un sistema economico o politico con un altro, o di generici appelli alla moralizzazione e alla generosità per i più svantaggiati. Il cambiamento deve essere più profondo, e investire l’individuo prima ancora che la società. «Mi sembra che sia giunto il tempo di dare all’altruismo il posto che gli spetta» scrive Kourilsky. Un libro forte come un pugno allo stomaco; un richiamo potente alla responsabilità, personale e collettiva, che nel torpore generale della nostra epoca è una rigenerante doccia fredda.

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