Tutto il potere al gadget (maggio 2012)

Il manifesto

Evgeny Morozov, blogger e teorico dei nuovi media, autore de L’ingenuità della rete e Contro Steve Jobs, in un’intervista a il Manifesto ci spiega perché la Apple è da considerarsi una impresa di successo costruita sulle macerie della controcultura degli anni Settanta e Ottanta e perché, invece, sarebbe sbagliato considerarla un simbolo dell’innovazione.

Nel suo libro, Steve jobs viene descritto come un uomo del marketing; per molti altri è invece ritenuto un innovatore che si è scontrato con i potenti de”high-tech (Ibm prima, Microsoft e Google poi). provocatoriamente: forse è stato solo un innovatore del marketing. Cosa ne pensa?

La chiave per comprendere il successo della Apple è da cercare nella capacità di amalgamare diversi elementi, alcuni dei quali riguardano le esperienze giovanili dei suoi fondatori, mentre altri derivano dalla concezione del design del Bauhaus. Steve Jobs è riuscito ad amalgamare tasselli della controcultura della Bay Area di San Francisco, della filosofia buddista e del design che vengono appunto dalla riflessione della cosiddetta scuola di Ulm per “confezionare” precise strategie di marketing tese a vendere personal computer. Questa sua capacità di miscelare elementi già esistenti non la definirei innovativa. Piuttosto definirei Jobs come un appassionato e spregiudicato etnografo che è riuscito abilmente a incorporare nel suo modello di affari gli aspetti più innovativi di diversi settori.

Evgeny Morozov