“Siamo più a rischio di vent’anni fa, quando la legge sulla Privacy fu concepita. Le regole si sono evolute, certo, ma lo scenario circostante è cambiato più in fretta di quanto potessimo immaginare allora. La consapevolezza che oggi la digitalizzazione della vita espone la riservatezza delle relazioni a grandi sollecitazioni è molto meno forte di quanto lo fosse nel 1996 il bisogno di preservare noi stessi, le informazioni che ci riguardavano, la nostra libertà”.
Su Metro, Gianpaolo Roidi intervista Antonello Soro, da quattro anni presidente dell’Autorità garante dei dati personali e autore per Codice Edizioni di “Liberi e connessi” (VAI ALLA SCHEDA DEL LIBRO).