«Il 22 marzo 1993 un accordo da 2.100 miliardi di lire tra la Montedison e il gruppo chimico svedese Kabi-Procordia stabilì il passaggio in mani straniere della più importante e prestigiosa azienda farmaceutica italiana: Erbamont-Farmitalia. La vendita fu siglata a Stoccolma dall’amministratore delegato di Montedison Carlo Sama e diede vita a uno dei dieci maggiori gruppi farmaceutici europei, con un fatturato di 4.400 miliardi di lire, e uno dei primi 20 del mondo, particolarmente impegnato nella ricerca contro il cancro e l’AIDS. La Svezia, grazie anche al farmaco antitumorale adriamicina prodotto da Farmitalia, divenne così Paese leader mondiale nel settore oncologico e tra i più importanti della ricerca biomedica.
Quell’accordo che di fatto affossò la ricerca biomedica italiana fu uno dei sintomi più evidenti di un fallimento etico e socio-politico-culturale che presentava radici profonde. Avendo sommato i problemi legati al mancato riconoscimento dell’importanza della ricerca di base con la realtà politica e sociale delle sue conseguenze. È questa la tesi portante di Il bagnino e i samurai firmato per Codice Edizioni dalla giornalista scientifica Daniela Minerva e da Silvio Monfardini, che è stato presidente della Società europea di oncologia medica. Una mirabile ricostruzione di 50 anni di storia d’Italia, che aiuta a comprendere come e perché il nostro Paese ha perso la grande partita della ricerca biomedica».
Federico Tulli, Left (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).
Il bagnino è Carlo Sama, perché negli anni Sessanta così lo chiamavano sulle spiagge della Romagna, dove il futuro amministratore delegato di Montedison, aitante ragioniere ravennate, dava il meglio di sé conquistando la rampolla dei Ferruzzi, Alessandra.
I samurai, invece, sono sei giovanotti e una ragazza con gli occhiali che hanno dato vita alla moderna oncologia medica negli anni Sessanta in una Milano innamorata della scienza, votata al progresso e non ancora “da bere”.
Due culture e due visioni del mondo antitetiche, quelle del bagnino e dei samurai, che però si sono trovate a vivere insieme la grande occasione dell’Italia: partecipare alla partita miliardaria della guerra mondiale al cancro. La partita è stata persa, e anche l’Italia ha perso.
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