Tutto quello che c’è in una sardina – Giorgio Dell’Arti, Robinson

La Repubblica, Robinson

Su Robinson si parla di sardine, argomento su cui urge essere preparati: Giorgio Dell’Arti pubblica una «guida storico-ittico-sociale alla regina della scatola».

Piovono sardine in Kafka sulla spiaggia di Murakami Haruki, Elsa Morante e Alberto Moravia scappano dalla guerra sui colli della Ciociaria con I fratelli Karamazov e una valigia di sardine, Borges si dilettava in orride ricette a base di cioccolato e sardine: in letteratura non mancano i riferimenti a questo pescetto il cui nome, secondo alcuni studi, si deve ad Aristotele, che racconta che proprio i sardi, nell’antichità, furono i primi a commerciarlo, vendendolo sotto sale a tutti i popoli del bacino del Mar Mediterraneo.

Di sardine ce ne sono tantissime sottospecie, come racconta Francesca Buoninconti.

Le sardine sono protagoniste di alcune pagine di Senza confini (libro finalista al premio Galileo), perché «migrano per riprodursi, viaggiando anche per mille chilometri. Le sardine sudafricane, per esempio, “formano banchi lunghi fino a 7 kilometri e larghi circa 2, per un totale di circa 30 mila tonnellate di sardine: un lungo nastro di 430 milioni di individui che si muovono all’unisono». Un bel gruppo, che attira l’attenzione dei predatori, ma le sardine «minimizzano il danno stringendosi una all’altra e facendo assumere al banco una forma chiamata bait ball che può arrivare ad avere 20 metri di diametro e che espone il minor numero possibile di individui al pericolo di essere divorati».

Furbette, eh?

A questo link l’articolo completo.

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