«Tifare per le Brigate rosse, come molti facevano quarant’anni fa, non era bello ma non era nemmeno come fare parte delle Brigate rosse e scannare senza pietà i lacchè del Sim, lo Stato imperialista delle multinazionali: poliziotti, giornalisti e magistrati, guardie carcerarie, metronotte, passanti, parenti dei traditori. Ma non era bello, ripetiamolo. Come non è bello e tanto meno sportivo twittare o scrivere sui blog dell’antipolitica che il solo errore del killer di palazzo Chigi è stato di non sparare a un politico accontentandosi, per la fretta, di sparare a due carabinieri di guardia. Non è bello nemmeno portare il suo ritratto in corteo. O chiamarlo ‘vittima’, come ha fatto il presidente della Camera. Ma via, dicono, è solo folklore.
“Se vogliamo prevedere le interazioni sociali degli esseri umani del futuro, non dobbiamo fare altro che immaginare quali fossero le nostre interazioni sociali centomila anni fa e moltiplicarle per un miliardo. (…) Se una tribù voleva trasmettere rapidamente certe informazioni, specie riguardo al leader e ai modelli comportamentali, le dicerie e i pettegolezzi risultavano insostituibili. Chiunque si fosse trovato escluso da queste informazioni forse non sarebbe sopravvissuto, né avrebbe potuto trasmettere i suoi geni. Oggi assistiamo a qualcosa di simile con le edicole piene di giornali e riviste di gossip e il dominio incontrastato del culto della celebrità” (Michio Kaku, Fisica del futuro, Codice Edizioni)».
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Un viaggio coinvolgente attraverso i prossimi cento anni di rivoluzioni scientifiche. Chip che controllano la salute, cellulari che si trasformano, strade fatte di superconduttori, computer a controllo cerebrale. Michio Kaku racconta il futuro che si sta già preparando nei laboratori di tutto il mondo.