Miracoli e massacri in sala operatoria – Daniela Mattalia, Panorama

Panorama

Sul nuovo numero di Panorama si parla di chirurgia e di Sotto i ferri di Arnold van de Laar.

Oggi si sperimentano tecniche di “congelamento” dei pazienti per aiutarli a superare interventi troppo lunghi o complessi, ma come ci insegna Van de Laar ci sono stati tempi in cui qualunque intervento, lungo o breve, complesso o di routine, comportava percentuali altissime di mortalità. La storia della chirurgia è una storia di «tonfi e trionfi», come scrive Daniela Mattalia, e come ogni scienza procede per tentativi ed errori.
Oggi le sale operatorie sono sterili, ma se ne vedessimo una del Diciottesimo secolo «ci spaventeremmo a morte. Le grida erano raccapriccianti, c’era sangue che schizzava da tutte le parti e il fetore era nauseante. Era come stare dentro un film dell’orrore».

Il clima in sala operatoria migliorò molto con l’anestesia (se non altro calarono le urla), ma ci volle tempo perché quest’innovazione prendesse pieno. Anzi, «ci volle una regina inglese per sbloccare la situazione: nel 1853 Victoria von Hannover, madre di sette figli, all’ottava gravidanza si rifutò di sottoporsi a quella che definiva un’esperienza “animalesca”. E pretese al suo fianco John Snow, anestesita dilettante. Il dottorino, figlio di contadini, addormentò la regale partoriente con 15 gocce di cloroformio somministrate con una mascherina di sua invenzione. La regina si risvegliò estasiata (“il cloroformio è piacevole oltre ogni misura” disse) e la notizia si diffuse come un fulmine. lance pubblicò un articolo critico, i cattolici erano contrari: la donna doveva partorie con dolore. Ma il pubblico pretese la magica pozione e i chirurghi dovettero adeguarsi. La prima rivoluzione in chirurgia era stata compiuta.»

A questo link l’articolo completo.

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