«La casa è uno spazio di oggetti, di conchiglie come di elettrodomestici, di vasi di coccio come di ricchi soprammobili: l’Homo habilis ha bisogno di ricordarsi continuamente che le cose che ha fatto, come quelle che utilizza, sono una parte di sé. Ma entrare in relazione con esse non significa necessariamente adottare l’habitus del tecnico specialista. La tecnica, da quella esercitata dall’elettricista che ci ripara il ferro da stiro a quella dei processi innovativi sviluppati dagli scienziati di un laboratorio industriale, non è solo materia per gli studenti di un istituto tecnico o per futuri ingegneri, ma una componente sempre più essenziale alla specie Homo sapiens.
Se da un lato filosofi e architetti da sempre si sono dedicati all’idea della casa, in pochi hanno rivolto la propria attenzione ai suoi contenuti. Certo, nell’Odissea la casa è il centro di alcune vicende durante le lunghe peregrinazioni dell’eroe. Certo, la casa di Ulisse a Itaca è persino dotata di un bagno (canto XIX), di una porta a chiavistello (canto XXI), di un focolare e soprattutto di un letto speciale (canto XXIII). Eppure, nonostante alcuni illustri esempi, sembra che le descrizioni degli ambienti interni e delle cose che li arredano e che ne completano tecnologicamente le funzioni abbiano interessato poco e pochi».
Quest’estratto da Le cose di casa di Vittorio Marchis è uscito su Avvenire (per continuare a leggerlo su Avvenire, clicca QUI).
Il frigorifero brevettato da Einstein, la storia del vero inventore del telefono, la casuale scoperta dell’utilità delle microonde in cucina, la cattiva influenza delle macchine da cucire sulla moralità delle operaie dell’Ottocento, un curioso aneddoto “bellico” sullo sciacquone del bagno, e molto altro. Le cose di casa, che maneggiamo distrattamente tutti i giorni, possono in realtà raccontarci un’infinità di fatti curiosi su chi quelle cose le ha inventate e su chi le ha usate e le usa tuttora. Stanza dopo stanza, oggetto dopo oggetto, emerge in filigrana un variegato, caotico ma sempre vitale catalogo del mondo; una storia sociale che non serve rintracciare nei musei o nelle riviste patinate di interior design, perché la viviamo nei nostri gesti quotidiani. Una storia che è la nostra vera storia.
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