La storia umana si racconta meglio attraverso i sentimenti

La Lettura - Corriere della Sera

«Intellettuali italiani, opinion leader, scrittori, funzionari di partito, giornalisti, piccoli e grandi amministratori di condominio e della cosa pubblica (piccoli e grandi), e insomma, cittadini curiosi: è il caso di leggere questo libro, Menti tribali, di Jonathan Haidt (traduzioni di Ciro Castiello, Marco Cupellaro, Paolo Marangon e Marina Rullo, Codice Edizioni). Perché a prescindere da alcune interessanti diatribe tecniche – quanto la selezione multilivello a inciso sull’evoluzione dell’altruismo, oppure se i moduli comportamentali hanno una spiccata importanza nella formazione della morale – a prescindere da questo, il libro sostiene una tesi importante: la storia umana si racconta meglio attraverso i sentimenti. Alla base dei sentimenti c’è la morale e la morale si esamina con più precisione se si tiene conto della biologia evoluzionista e della psicologia cognitiva -due discipline che nel dibattito pubblico italiano latitano-.

Haidt è un innatista: dicesi innatismo qualcosa di organizzato prima dell’esperienza, come la bozza di un libro che viene rivista mano a mano che una persona cresce. Valori e regole specifiche variano da una cultura all’altra. Tuttavia se vogliamo capire cosa c’è scritto nella prima bozza universale della natura umana, allora bisogna fare i conti con cinque principi. A partire da questi Haidt elabora nella seconda parte l’ipotesi che dà appunto il titolo al libro: la morale crea sì vincoli di appartenenza ma acceca, abbiamo ancora menti tribali. I cinque principi dunque. Principio protezione/danno, sviluppato in risposta alla sfida di offrire protezione ai bambini, ci rende sensibili ai segnali di sofferenza del prossimo. Principio di correttezza/inganno, evolutosi in risposta alla sfida di raccogliere i frutti della collaborazione senza essere sfruttati, ci spinge a evitare o punire i truffatori. Principio di lealtà/tradimento, ci fa allontanare chi tradisce il gruppo cui apparteniamo. Principio di autorità/sovversione, ci renden sensibili ai segnali relativi allo status o al rango sociale. E infine principio di sacralità/degradazione, cosa ci appartiene (dunque è spesso irrazionalmente investito di sacralità), cosa dobbiamo allontanare (perché ci degrada). La bozza è questa, e nelle verifiche empiriche di Haidt si scopre che i progressisti hanno una morale che fa affidamento solo su principi protezione/danno e correttezza/inganno, mentre la destra attiva meno i primi due e più i restanti tre».

Antonio Pascale, La Lettura Corriere della Sera (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).

 

 

Jonathan Haidt - Menti tribali

Senza dubbio uno dei libri più importanti dell’anno

The Wall Street Journal

 

Un’originale ed eccezionale sintesi di psicologia, analisi politica e filosofia.

Edward O. Wilson

 

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