Il tempo delle donne

Sette - Il Corriere della Sera

«Noi donne non siamo tutte uguali. E lo siamo sempre meno, quanto a stipendio e conto in banca. Ce lo ha ricordato, senza sconti, il britannico Institute for public policy research (Ippr) con un’inchiesta che ha confermato una cruda quanto palese realtà. Se il divario nella paga fra uomo e donna va via via diminuendo, lo stesso non si può dire riguardo al gap che separa i cachet di professioniste e manager dai sempre magri stipendi di operaie, segretarie e Co.co.co. Da qui, il passo alla critica è breve: “Molti dei successi ottenuti dalle donne ai vertici hanno coperto l’ineguaglianza ai piani bassi”, ha commentato la condirettrice dell’Ippr, Dalia Ben-Galim.

Non siamo mai state uguali. Anche quando le donne erano in gran parte ugualmente casalinghe, le loro disponibilità economiche variavano in funzione dei beni del marito (o altro uomo). Oggi, la differenza la fanno perlopiù i nostri studi e il ruolo professionale raggiunto. Entusiasmante, non abbastanza però da permetterci di dimenticare un pezzo di noi, cioè tutte le altre.

Il femminismo è un movimento di idee, o una rete fra pari ante-Internet, come direbbe il teorico dei peer network Steven Berlin Johnson (autore di Un futuro perfetto, Codice Edizioni): una rete di donne che rivendica gli stessi diritti dell’uomo».

Sara Gandolfi, Sette Il Corriere della Sera (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).

 

Steven Johnson - Un futuro perfettoUn futuro perfetto è il ritratto di una nuova visione del mondo, in totale rottura con le categorie tradizionali del pensiero liberale o conservatore. Steven Johnson propone un modello di sviluppo basato sulle ‘peer network’, le reti di pari capaci di trasformare ogni settore economico e politico in una realtà decentralizzata e partecipata, dai governi locali ai movimenti di protesta, dal giornalismo ai nuovi modelli di assistenza sanitaria. Johnson esplora questa idea di progresso narrando una serie di vicende affascinanti, tra cui la progettazione del sistema ferroviario francese, la battaglia contro la malnutrizione in Vietnam o i curiosi “eventi dello sciroppo d’acero” e del servizio 311 a New York. In un momento storico delicato, in cui il sistema politico appare irrimediabilmente intasato di vecchie idee, Un futuro perfetto dimostra che il progresso non solo è ancora possibile, ma può assumere nuove forme.