«Gilberto Corbellini è storico della Medicina e studioso di Bioetica. Ha pubblicato numerosi libri. Mauro Capocci è ricercatore in storia della Medicina all’Università la Sapienza. Li abbiamo intervistati sul recente libro che hanno curato: Le cellule della speranza. Il caso Stamina tra inganno e scienza (Codice edizioni).
Redazione: Il libro costituisce un dossier completo per chiunque voglia informarsi sul caso-Stamina. Perché avete sentito l’esigenza di pubblicarlo? L’informazione sul caso (prescindendo ovviamente dal comportamento scriteriato de Le Iene) non è stata adeguata?
Autori: L’informazione è passata soprattutto attraverso giornali e/o siti internet (tralasciando la tanta spazzatura televisiva) che per la loro forma non hanno lo spazio per raccogliere in modo così ampio le informazioni provenienti da diverse fonti. Inoltre, ci interessava non solo fornire le informazioni di base sul caso Stamina, ma anche offrire riflessioni più ampie, storiche, medico-scientifiche e socio-culturali, per contestualizzare questa storia, dando al lettore gli strumenti per interpretarla adeguatamente, andando oltre la mera cronaca. Il caso Stamina ha evidenziato degli squilibri gravi nel peso che le informazioni assumono quando passano attraverso i media, rispetto al valore effettivo che hanno sul piano della rilevanza sociale. Il fenomeno in questione ha visto la mobilitazione di un numero piuttosto ridotto di malati/persone, così come pochi mezzi di informazioni schierati con Vannoni & Co. Eppure l’amplificazione e i danni sono stati anche più gravi di quelli causati dalla vicenda Di Bella. Questo significa che si deve cercare di andare oltre le spiegazioni e le discussioni razionali, cioè l’assunzione che dietro a tutto vi siano disegni o complotti: purtroppo entra in gioco la predisposizione umana a credere cose non vere e a irrigidirsi in questo genere di credenze.
Nell’introduzione denunciate “la tragica condizione di degrado dell’alfabetizzazione funzionale del nostro paese” e rilevate come “la percentuale di cittadini che sanno come si attesta la sicurezza e l’efficacia di un farmaco sia irrisoria”. Il metodo scientifico è quasi un illustre sconosciuto nella patria che lo ha fatto nascere. È questa la principale causa di vicende come Stamina?
No, la principale causa è probabilmente molto più profonda: un bisogno di speranza di fronte a un evento terribile come la malattia incurabile di un figlio, di un parente. In queste condizioni, non è facile mantenere la lucidità per le persone coinvolte in prima persona, né si può chiedere loro di non scegliere le persone di cui fidarsi. Certo, guardandola dall’esterno fa impressione che molte persone si siano lasciate incantare da Vannoni & co, ma non è molto diverso da ciò che accade con l’omeopatia o molti altri santoni di ogni specie. Ciò che più preoccupa, è stata la chiusura del Ministro Balduzzi (e di molti parlamentari) di fronte ai pareri dei vari organi tecnici: l’AIFA, per esempio, aveva suggerito di bloccare tutto, ma Balduzzi ha deciso di far partire comunque la sperimentazione per accontentare una parte rumorosa dell’opinione pubblica, pur sapendo che le cose non funzionano così nel mondo reale.
In più occasioni il libro ricorda che la medicina non è la ricerca e che i medici non sono scienziati e non devono essere formati come tali. Perché è così importante ribadire questo concetto?
I medici non sono ‘solo’ scienziati. Usano la scienza, alcuni di loro fanno anche molta ottima ricerca (Paolo Bianco e Michele De Luca ne sono esempi), ma alcuni devono anche parlare e comunicare con i paziente, e tentare di curarne le malattie. Questi che parleranno con i pazienti dovranno essere comunque in grado di interpretare una pubblicazione scientifica, e trasmettere i concetti essenziali per mettere i malati nelle condizioni di decidere in modo autonomo e consapevole. Uno scienziato può guardare i topi per tutta la sua carriera e non parlare mai con un umano, riuscendo realizzare importanti traguardi conoscitivi. Un medico deve avere anche delle capacità che vanno oltre quelle di saper pensare e fare esperimenti geniali».
UAAR.it – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (per continuare a leggere l’intervista, clicca QUI).
Quindici anni dopo la vicenda che vide protagonista Luigi Di Bella, con il caso Stamina l’Italia si è nuovamente trovata alla mercé di falsi profeti. Questi, facendo leva sulle sofferenze dei malati e dei loro parenti, e sfruttando una diffusa e generale ignoranza, sono quasi riusciti a destabilizzare le regole più avanzate della medicina e della scienza, mettendo a rischio il funzionamento stesso del Servizio Sanitario Nazionale. In Le cellule della speranza alcuni esperti e protagonisti della battaglia civile condotta contro le manipolazioni politiche del caso Stamina hanno ricostruito l’intera vicenda, inquadrandola alla luce di quanto oggi succede all’estero, dove ricerca e sperimentazione clinica sono impegnate ad approfondire le conoscenze sulle cellule staminali.
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