Il bagnino e i samurai: la storia di un miracolo sfumato

AZ Salute

«Come scrive Ignazio Marino nella prefazione, l’Italia non ha la “forza degli altri paesi occidentali anche per l’incapacità d’investire in progresso, ricerca e cultura scientifica”. Ne Il bagnino e i samurai. La ricerca biomedica in Italia: un’occasione sprecata (Codice Edizioni), Daniela Minerva e Silvio Monfardini raccontano la “storia di un miracolo sfumato, bruciato da una classe politica rapace, ignorante, retrograda e riottosa nei confronti della modernità, e da imprenditori con lo sguardo corto, che hanno preferito sperperare un patrimonio in insipienza, mancanza di strategie e mazzette, invece di raccogliere le sfide della grande industria scientifica in grado di fare ricerca biomedica”.

“Perché, guardando oggi l’Italia” -scrivono i due autori- “si vede un Paese che deve cercare di uscire dalla crisi vendendo borsette ai russi e vino rosso ai cinesi, mentre Big Pharma cresce nel mondo, investendo e creando posti di lavoro per i laureati. Una cosa seria come fare farmaci e farne un asset di sviluppo, ha bisogno di una classe dirigente che ci creda davvero e di politiche di sviluppo che ne creino le condizioni”.

E raccontano di un’Italia fuori dal mercato farmaceutico mondiale. Invece, appena due decenni orsono, il nostro Paese era all’avanguardia nello sviluppo dei farmaci oncologici».

Arianna Zito, AZ Salute (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).

 

Daniela Minerva, Silvio Monfardini - Il bagnino e i samuraiIl bagnino è Carlo Sama, perché negli anni Sessanta così lo chiamavano sulle spiagge della Romagna, dove il futuro amministratore delegato di Montedison, aitante ragioniere ravennate, dava il meglio di sé conquistando la rampolla dei Ferruzzi, Alessandra.
I samurai, invece, sono sei giovanotti e una ragazza con gli occhiali che hanno dato vita alla moderna oncologia medica negli anni Sessanta in una Milano innamorata della scienza, votata al progresso e non ancora “da bere”.
Due culture e due visioni del mondo antitetiche, quelle del bagnino e dei samurai, che però si sono trovate a vivere insieme la grande occasione dell’Italia: partecipare alla partita miliardaria della guerra mondiale al cancro. La partita è stata persa, e anche l’Italia ha perso.

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