«C’è chi immagina un futuro dove uomini e macchine saranno in competizione per la supremazia e chi, come Geoff Mulgan, crede invece che l’unica via sia una sinergia virtuosa, che esalti cervello umano e tecnologia. La connessione tra persone e macchine permetterà inoltre l’avanzamento dell’intelligenza collettiva, l’ambito su cui si concentra l’attenzione dello studioso, direttore esecutivo di Nesta, la più importante organizzazione britannica per la social innovation. Un cambiamento sistematico, quello della big mind, che investirà i luoghi dove si produce il sapere, il governo dei popoli e dei territori e naturalmente anche i rapporti di potere economico tra vecchie e nuove élite. La visione di Mulgan è racchiusa nel nuovo saggio Big Mind. L’intelligenza collettiva che può cambiare il mondo».
In occasione della presenza di Geoff Mulgan a Milano per la lecture alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, “Wired” intervista il CEO di Nesta per riflettere sul ruolo dell’intelligenza collettiva sul futuro della nostra società. Continua a leggere l’intervista a questo link.
Big Mind. L’intelligenza collettiva che può cambiare il mondo accompagna il lettore in un viaggio alla scoperta dell’evoluzione dell’intelligenza collettiva, passandone al setaccio limiti e potenzialità. Perché le tecnologie smart non portano automaticamente a risultati intelligenti? Perché per risolvere le grandi sfide del nostro tempo è determinante il ruolo di una “mente aumentata” che sia il frutto della collaborazione tra le capacità umane e le potenzialità delle macchine. Big Mind rivela come l’intelligenza collettiva, se ben orchestrata, possa guidare le aziende, i governi, le università e le società a sfruttare al meglio il cervello umano e le tecnologie digitali. Descrivendo alcune tecnologie innovative (da Google Maps ai satelliti Dove) e le più recenti scoperte nell’ambito dei big data e dell’intelligenza artificiale, Mulgan racconta gli affascinanti esperimenti in cui la sinergia tra uomini e macchine ha portato a successi rivoluzionari o, a volte, anche a eclatanti insuccessi (come nel caso del rogo della Grenfell Tower di Londra, o della crisi finanziaria di un decennio fa), offrendo però importanti lezioni da imparare per il futuro.