Come sarà il futuro (1 aprile 2012)

Il Corriere della Sera

La Fisica del Futuro - Kaku - Corriere della Sera

Su La Lettura del Corriere della Sera uno speciale sul “futuro” su come le trame dei migliori romanzi di fantascienza spesso siano superati dalla realtà, al di là di tutti gli spunti creativi e narrativi che possano essere messi in gioco da bravi romanzieri. Michio Kaku con la Fisica del Futuro e le sue 300 interviste a scienziati e futurologi disegna un domani (tra cento anni) ricco di suggestioni e sorprese, partendo da idee e concetti che però fanno già parte del nostro presente, della nostra vita di tutti i giorni.

[…] Da bambino, Kaku costruì un acceleratore di particelle nel garage di casa e da allora, per fortuna dei suoi lettori (e dei suoi studenti) non ha perso il gusto quasi infantile dello stupore davanti alla scienza, del restare a bocca aperta davanti alle possibilità del futuro. Così Kaku (il professore è anche su Twitter: @michiokaku) accompagna il lettore — con chiarezza ammirevole che tutti avremmo voluto nei nostri insegnanti ai tempi della scuola — attraverso le prospettive delle biotecnologie, dell’intelligenza artificiale, chiedendo a tanti esperti di aiutarci a immaginare lo sviluppo nel loro campo entro i prossimi cento anni. Cartesianamente, ha dedicato i capitoli a «Il futuro dei computer: mente e materia», «Il futuro dell’intelligenza artificiale: l’avvento delle macchine», «Il futuro della medicina: oltre i confini della perfezione», «Nanotecnologia: tutto dal nulla?», «Il futuro dell’energia: energia dalle stelle», «Il futuro dei viaggi spaziali: verso le stelle», «Il futuro della ricchezza: vincitori e vinti» (con brutte notizie per i contemporanei fautori dell’uguaglianza sociale) e «Il futuro dell’umanità». È buffo che il futuro — telecinesi, teletrasporto, invisibilità — assomigli per certi versi a quello che tv e cinema hanno immaginato in Star Trek e Guerre Stellari, cosa che Kaku ha serenamente ammesso in un libro di qualche anno fa (Il futuro imiterà Star Trek). È tragico che per certe malattie — da quelle terribili come alcuni tipi di tumore a quelle da nulla, ma comunissime come il raffreddore — sarà difficile trovare una cura definitiva nel prossimo secolo.

Rivelare tutte le previsioni di Kaku rovinerebbe il gusto della lettura, un po’ come raccontare per filo e per segno la trama di un romanzo pieno di colpi di scena: basti sapere che per chi, come Ray Bradbury, sogna la colonizzazione di altri pianeti, Kaku ha brutte notizie: «È probabile che entro il 2100 saremo riusciti a mandare astronauti sia su Marte sia nella fascia degli asteroidi, e che avremo esplorato le lune di Giove e mosso i primi passi per mandare una sonda verso le stelle. Ma… avremo costruito colonie spaziali? Direi di no», troppo costoso. Poi, nel finale, il professore cede alla tentazione da narratore nell’ultimo, gustoso capitolo: «Un giorno del 2100», dall’alba al tramonto.

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