Come creare (col caffè) l’economia della felicità

Corriere della Sera

Un business cresciuto dal nulla. Un’economia che si allarga alla comunità. Una donna ricca e potente che diventa mentore di un gruppo di casalinghe che cercano indipendenza economica e si organizzano creando un’associazione, Asomobi (Associacion de Mujeres Organizadas de Biolley). E le figlie che si sono laureate grazie al nuovo (piccolo) benessere e sono tornate dalle madri portando strumenti e competenze. C’è un piccolo pezzo di mondo, in Costarica, dove questo circolo virtuoso si è concretizzato diventando un modello per i Paesi in trasformazione. E anche uno spunto di riflessione per quelli che invece hanno economie mature. Tutto questo è raccontato in un documentario realizzato dalla premio Oscar Lesley Chilcott e prodotto da lllycaffè: il titolo è, appunto, «A small section of the world».

L’inizio è stato pessimo. Laura, Hortensia, Ariana, Giselle, Jeimy non avevano reti, non avevano denaro, non avevano competenze. Negli anni 90, con la crisi, il prezzo del caffè era sceso così tanto che non bastava a ripagare i contadini della zona di Biolley. Di qui, la scelta di abbandonare i campi: gli uomini erano migrati nella capitale, San Josè, a sei ore di distanza, o negli Stati Uniti per cercare lavoro. Le donne, rimaste con i figli e gli anziani, si sono chieste che cosa fare per sopravvivere. Una domanda non facile, essendo senza istruzione e, soprattutto, figlie di vma cultura che non riusciva a immaginare le donne a capo di qualsiasi attività che non fosse la cucina e il «servizio» ai mariti. Non si sono ribellate, hanno agito. Seguendo un’analisi di mercato fatta solo di saggezza, hanno valutato che portando vicino ai campi la lavorazione del caffè avrebbero incoraggiato gli agricoltori a coltivare una qualità migliore. La loro cocciutaggine ha vinto le diffidenze. E hanno costruito la loro prima «tostadora», un macchinario a gas per tostare il caffè appena raccolto. Nessuno in zona, però, aveva il denaro per comperarlo. In più, gli importatori lo avevano bocciato: era asciugato male e dunque agli assaggi si presentava con un forte, sgradevole sapore di muffa. Eppure proprio Grace Mena, ricca e potente esportatrice di caffè cli tutta l’area continentale, è il personaggio chiave della rivoluzione economica e culturale innescata da Asomobi. Grace, lo racconta nel film, al primo assaggio aveva detto «ma è terribile» e non aveva neppure inviato la scheda di analisi del caffè. La reazione delle donne di Biolley? Insistono e cercano Grace Mena chiedendole cli imparare. Sono così cocciute da convincerla «almeno a una visita».

Così avviene. Quando arriva al villaggio, l’esportatrice resta colpita da quello che hanno realizzato e decide per un primo corso che lei stessa organizza già in quella circostanza. Sono proprio le domande continue di quel primo incontro a convincerla ad organizzare un progetto di formazione vero e proprio. I migliori agronomi ed esperti internazionali di caffè arrivano sulla Cordigliera, la stagione successiva i campioni di caffè di Asomobi passano gli assaggi. Non è un lieto fine ma l’evoluzione di un’economia mista che in meno di una generazione ha generato un’impresa con attività multiple e diffuso benessere tra gli altri abitanti della montagna. 11 caffè, infatti, è solo una parte: si costruisce una scuola, migliorano le strade, nasce un alberghetto e in parallelo altre coltivazioni. A Biolley tornano anche gli uomini: ci sono i campi e ci sono nuovi posti di lavoro nati dall’esigenza di ospitare i primi turisti venuti a visitare la montagna. E presto, con le «tostadore», arriva anche la felicità innescata da una piccola impresa collettiva. E questo uno degli obiettivi di Andrea Illy, presidente dell’azienda triestina e autore di Il sogno del caffè (Codice Edizioni) che mercoledì scorso è stato presentato a Cascina Triulza: un grande racconto che tiene insieme storie personali e imprenditoriali e che fa perno su bellezza e bontà. «Ingredienti di quell’economia della felicità che si concretizza se c’è condivisione e visione del futuro, qualità che le donne di Asomobi avevano sin dall’inizio», dice. «Sono questi i concetti che stanno alla base di un’ impresa privata che, nella sua definizione originaria, è infatti un elemento costitutivo della nostra società». La solidarietà, sostiene Andrea Illy, è sempre un vero valore «economico» e, consentendo di affrontare i momenti complessi, apre quindi la strada alla felicità.

Nel piccolo pezzo di mondo di Biolley, a 3.000 metri d’altezza sulla Cordigliera di Talamanca, in Costa Rica, tutto questo avviene ogni giorno. Senza teorizzazioni ma sulla spinta dal bisogno, dove l’etica del lavoro nei campi ereditata delle generazioni precedenti riesce a coabitare «felicemente» con il senso degli affari.

Luisa Pronzato, Il Corriere della Sera

 

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