Città smart dal cuore tenero – Davide Burchiellaro, “Marie Claire”

Marie Claire

«È un errore considerare il pensiero critico contro le big company come una resistenza del vecchio contro il nuovo. Loro non pagano le tasse nel territorio in cui operano e le amministrazioni rischiano di perdere il loro potere. In queste città luna park, con un turismo sregolato, il mercato degli affitti si distorce, l’economia si piega ai capitali, finiscono le risorse per aiutare i deboli».

Sul nuovo numero di “Marie Claire” Evgeny Morozov e Francesca Bria raccontano la smart city del 2019, argomento al centro del loro ultimo saggio Ripensare la smart city.

Leggi l’intervista completa di Davide Burchiellaro a questo link.

“Ripensare la smart city” di Francesca Bria ed Evgeny Morozov

L’aggettivo “smart” è la quintessenza dell’era digitale in cui viviamo, che ha promesso così tanto ma mantenuto così poco. Tutto sembra essere “intelligente”, dagli spazzolini da denti fino alle città, quelle smart cities che nell’ultimo decennio hanno conquistato l’immaginario collettivo e plasmato il lavoro di urbanisti, funzionari, politici e interi settori industriali. Sono però molte anche le critiche: lo scollegamento con i problemi reali della gente, la ricerca tecnocratica del dominio sulla nostra vita urbana, l’ossessione per la sorveglianza e il controllo, l’incapacità di pensare a strategie che mettano i cittadini – non le aziende o gli urbanisti – al centro del processo di sviluppo. Questo saggio analizza alcune delle critiche alle smart cities, e studia le connessioni tra le infrastrutture digitali che hanno riplasmato il paesaggio tecnologico delle città e i programmi politici ed economici che queste hanno intrapreso o potrebbero intraprendere a breve.

Dagli spazzolini da denti alla crescita, dalla casa alla città, oggi tutto sembra essere “intelligente”.

Un saggio lucido e tagliente su uno dei concetti più usati (e abusati) di questo inizio di millennio.

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