Abbondanza: il futuro non si addice a Cassandra – di Gianni Riotta

La Stampa

«Alla fine del XVIII secolo Malthus previde lo sterminio dell’umanità: poiché la popolazione cresceva in progressione geometrica (1, 2, 4, 8, 16, 32…) il cibo solo in progressione aritmetica (1, 2, 3, 4, 5), tutti morti di fame in poco tempo. Le previsioni tragiche hanno di rado successo, Cassandra non coglie le tragedie vere, guerra nel 1914 e 1939, Aids, crisi finanziaria 2008, e annuncia spaventapasseri innocui. Stanley Jevons ebbe successo nel 1865 scrivendo che il carbone si sarebbe esaurito entro il secolo, il Times di Londra denunciava nel 1894 che entro il 1944 la città sarebbe stata sommersa da tre metri di sterco di cavallo di migliaia di carrozze e tram. Nel 1914 il governo USA stima la fine del petrolio in 10 anni, e ripete l’errore nel 1939 e 1951. Nel 1972 il Club di Roma -attraendosi le ironie dell’Economist- è certo della fine di petrolio, gas naturale e materie prime, del boom dei prezzi, della depressione globale. Smentito, intigna: sbagliammo allora, ma il caos resta vicino!

Perché il business di Cassandra non conosce crisi -date un occhio a giornali, tv e web- annunciando ogni sorta di malanno che il futuro non comprova? Secondo lo studioso e investitore Peter Diamandis, autore con Steven Kotler del saggio Abbondanza. Il futuro è migliore di quanto pensiate (Codice Edizioni) è colpa dell’amigdala, la parte del cervello che controlla la reazione alla paura e al pericolo. Millenni di sopravvivenza grazie all’amigdala che ci avvisava della bestia feroce in agguato nella boscaglia, del predone con un tomahawk dietro la grotta, ci rendono più sensibili al rischio da prevenire che all’opportunità da cogliere. Ci insegnava il direttore della Columbia Journalism Review, Spencer Klaw: “La gente scambia sempre il commentatore pessimista per autorevole, l’ottimista per superficiale”. Amigdala!»

Gianni Riotta, La Stampa (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).

 

Peter H. Diamandis, Steven Kotler - AbbondanzaDebito, disoccupazione, disastri naturali, sperequazione sociale, guerre, carestie, risorse naturali prosciugate; tutto sembra annunciare un futuro cupo e apocalittico. Ma forse non è così: forse il bicchiere, che ci sembra non solo mezzo vuoto ma anche rotto, in realtà è pieno di possibilità. Non siamo mai stati così bene come in questo momento storico, dicono Peter Diamandis e Steven Kotler, ma molti lo dimenticano: nell’ultimo secolo la durata della vita è raddoppiata, il reddito pro capite triplicato, la mortalità infantile è stata abbattuta. Un mondo tutt’altro che perfetto ma migliore di quanto pensiamo, insomma; e questa tendenza è in piena accelerazione, anche grazie agli innovatori, ai capitali dei tecno-filantropi e a nuove generazioni istruite e connesse. Abbiamo davanti un futuro con grandi opportunità.

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