Intervista a Ferdinando Boero

Nel luglio del 2011, Vittorio Zincone, giornalista freelance che lavora principalmente per Sette, il magazine del Corriere della Sera, ha pubblicato una lunga intervista con Ferdinando Boero, autore di Economia senza natura. La grande truffa. Il libro a quel tempo non esisteva ancora, ma vogliamo riproporvi le parole di Boero, che oltre a farci conoscere un po’ di più le alghe e le meduse, principali soggetti delle sue ricerche, ci offre degli spunti molto interessanti sull’ecologia e sulla salvaguardia dei nostri mari. E chissà che qualche suggerimento non possa essere utile per questo inizio di estate.

Boero che cosa sta succedendo?
«Da dove cominciamo?».
Dalle alghe. Uno si fa il bagno… e si ritrova in ospedale.
«È colpa dell’Ostreopsis: un’alga microscopica. Invisibile. L’intossicazione avviene tramite aerosol marino».
Cioè?
«Non fa male il contatto, ma l’inalazione degli spruzzi d’acqua in cui si muove l’alga. Provoca febbre, tosse, irritazione agli occhi… L’Ostreopsis è piuttosto diffusa».
L’hanno chiamata “alga killer”.
«Nel Mediterraneo non mi risulta che sia mai morto nessuno a causa delle alghe. E quelle killer comunque sono altre, grandi, del genere Caulerpa, che producono sostanze tossiche per proteggersi dai pesci brucatori».
Negli ultimi anni il fenomeno “alga tossica” è in crescita?
«Le fioriture di alghe nocive, i blooms, sono comuni. Quelle di Ostreopsis si registrano sin dagli anni Settanta».
A Santa Margherita Ligure è stata avvistata una marea verde fosforescente.
«Negli anni Ottanta, nell’Adriatico, c’erano le maree rosse. Generalmente questo tipo di alghe stanno sul fondo del mare. E sono inattive. A seconda delle condizioni climatiche più o meno favorevoli possono “esplodere”. Si chiama “sistema a lotteria”. Una volta esplose si possono creare anche fenomeni coloratissimi».
Noi contribuiamo a queste esplosioni, magari scaricando in mare rifiuti tossici?
«L’uomo modifica gli ambienti. E molto spesso la natura reagisce. Ma in questo caso non ci sono dati certi. Di sicuro c’è che ci si dovrebbe interessare alla ricerca marina non solo quando esplode un’emergenza».
Emergenza meduse. Qual è la più pericolosa?
«L’unica che abbia mai fatto una vittima nel Mediterraneo è la Physalia, detta Caravella portoghese: è azzurra violacea, ha il corpo galleggiante e i tentacoli lunghi fino a una ventina di metri. La più comune tra quelle che pungono, invece, è la Pelagia, quella violacea».

Continua a leggere l’intervista…

 

 

Le ultime news di Codice