Fabio Chiusi tra le tracce del tema di maturità

Un articolo di Fabio Chiusi tra le tracce del tema di maturità.

Il pezzo, intitolato Transumanismo, la religione della Silicon Valley, è uscito a febbraio su L’Espresso. Eccolo qui:

«Anche la Silicon Valley ha la sua religione. E potrebbe presto diventare il paradigma dominante tra i vertici e gli addetti ai lavori della culla dell’innovazione contemporanea. È il «transumanismo» e si può definire, scrive il saggista Roberto Manzocco in “Esseri Umani 2.0” (Springer, pp. 354), come «un sistema coerente di fantasie razionali para-scientifiche», su cui la scienza cioè non può ancora pronunciarsi, «che fungono da risposta laica alle aspirazioni escatologiche delle religioni tradizionali».

Per convincersene basta scorrerne i capisaldi: il potenziamento delle nostre capacità fisiche e psichiche; l’eliminazione di ogni forma di sofferenza; la sconfitta dell’invecchiamento e della morte. Ciò che piace ai geek della Valley è che questi grandiosi progetti di superamento dell’umano nel “post-umano” si devono, e possono, realizzare tramite la tecnologia. E tecniche, la cui fattibilità è ancora tutta da scoprire, come il “mind uploading”, ossia il trasferimento della coscienza su supporti non biologici, e le “nanomacchine”, robot grandi come virus in grado di riparare le cellule cancerose o i danni da malattia degenerativa direttamente a livello molecolare. Facile lo scetticismo e l’ironia sui proclami di questi strani eredi dell’Oltreuomo nietzschiano e dei Futuristi in salsa tecnoutopista, le cui radici vengono nel volume individuate nell’alchimia occidentale, nella pratica egizia della mummificazione e nel pensiero taoista. Ma, sostiene Manzocco, giornalista scientifico e scrittore, il transumanismo «non fa più ridere». Da un lato, perché si innesta in un contesto in cui il nichilismo ha già ucciso l’uomo e i suoi valori, aprendo il palcoscenico a ciò che lo supera. A partire dalla tecnica, ancora oggi secondo molti e in diversi campi – dalla nascita di nuove forme democratiche realmente partecipate al mantenimento della salute e l’aumento della felicità – la panacea di tutti i mali. Dall’altro perché, più pragmaticamente, «la Silicon Valley è ormai l’epicentro mondiale del movimento», ricorda l’autore a “l’Espresso”.

Ed è lì che, negli ultimi decenni, le più futuribili visioni tecnologiche sono diventate realtà. Se insomma il transumanismo è una religione, la Valley è la sua Terra Santa. È lì che hanno sede «tutte le principali organizzazioni transumaniste», dice Manzocco: dalla World Transhumanist Association, dedita alla diffusione del verbo in ambito accademico, dal 2007 a Palo Alto, alla Singularity University, che lo integra ai tradizionali percorsi di studi. Cofondatore è Ray Kurzweil, convinto che l’immortalità fisica sarà realtà intorno al 2045, e nel frattempo Director of Engineering a Google. Che, non a caso, figura insieme a LinkedIn tra i finanziatori dell’istituto. Del resto, «Aubrey De Grey, massimo teorico mondiale del longevismo radicale – per il quale l’aspettativa di vita umana potrebbe essere portata a cinquemila anni – tiene regolarmente seminari negli uffici di Mountain View a beneficio dei vertici dell’azienda». Lo stesso a Yahoo. E i soldi? Non sono un problema, se tra i sostenitori più generosi del movimento spicca il cofondatore di PayPal, Pieter Thiel, tra i primi investitori di Facebook e oggi amministratore di un hedge fund da due miliardi di dollari, Clarium Capital».

Fabio Chiusi, L’Espresso (per continuare a leggere, clicca QUI).

 

Fabio Chiusi, nato a Udine nel 1980, ha pubblicato con noi Critica della democrazia digitale. La politica 2.0 alla prova dei fatti.

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Da decenni gli esperti si dividono sulla possibilità della rete di permettere una maggiore partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, fino all’utopia dell’autogoverno del popolo, che secondo molti equivarrebbe a una versione “social media” della democrazia diretta ateniese. Ora che sono stati condotti in tutto il mondo esperimenti per implementare soluzioni tecnologiche nelle procedure democratiche, è tempo di chiedersi se i risultati prodotti siano all’altezza delle aspettative. Descrivendo un panorama contraddittorio ma ricco di potenzialità, Fabio Chiusi ci racconta le più interessanti esperienze di democrazia digitale; soprattutto quelle italiane, che fanno del nostro Paese uno dei laboratori più avanzati e un osservatorio privilegiato per valutarne l’efficacia.

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