Marco Boscolo ed Elisabetta Tola vi aspettano a Bologna il 12 settembre alle 15 al Resilienze Festival di Bologna, all’apuntamento “Cucina Spaziale. Scuola, alimentazione e nuove generazioni” in cui si parlerà anche di Semi ritrovati.
Cucina Spaziale, nell’immaginazione di Gianni Rodari, è il racconto del viaggio in un mondo interamente commestibile, in cui tutto può essere mangiato, dalla strada alle montagne. Persino la prima colazione si fa così: «Suona la sveglia, tu ti svegli, acchiappi la sveglia e la mangi in due bocconi».
Attraverso le lenti della fantasia, notiamo che, fin dalle prime età, l’alimentazione è il modo attraverso cui entriamo in contatto con i temi fondamentali della quotidianità: dalla filiera alla distribuzione delle risorse, passando per la sostenibilità ambientale.
Il cibo può essere motore di cambiamento e fonte inesauribile di storie. Eppure, soprattutto quando parliamo di alimentazione e nuove generazioni, l’immaginario che naturalmente siamo portati ad attivare è fortemente distopico.
Lo stesso linguaggio che usiamo per trattare di alimentazione a scuola – “mensa”; “spazio refettorio” – è legato a una logica ormai superata, non più in grado di entrare in contatto con le aspirazioni di bambine e bambini.
Le mense non sembrano capaci di raccogliere le sfide legate alla contemporaneità, ancorate a un modello di approvvigionamento, consumo e preparazione delle materie prime sempre più insostenibile.
Come fare per rovesciare i termini con cui si parla di cibo a scuola?
Partiamo da qui per costruire un discorso in grado di restituire la complessità dei temi legati all’alimentazione e che ne sappia far emergere i legami nascosti.
Generare un cambiamento vuol dire cercare collegamenti tra materie prime, spazio, tempo e creatività, soprattutto a partire dalla prima infanzia. Prima di tutto, però, mangiare vuol dire nutrirsi, divertirsi, scoprire, imparare.