Edward Snowden e il programma PRISM – Un articolo di Clay Shirky

Edward Snowden ha rinunciato a quasi tutto quello che aveva nella sua vita precedente per permetterci di conoscere almeno alcuni dei molti modi in cui il governo degli Stati Uniti ci spia.
Che cosa gli succederà adesso? Naturalmente l’esecutivo U.S.A. non ha mai avuto compassione per le fughe di notizie o le bocche larghe, ma nessuna amministrazione precedente si era dimostrata ostile all’idea che il pubblico ricevesse informazioni riservate come quella Obama. Probabilmente Snowden non sarà ucciso (anche se il governo in carica ha stabilito che i cittadini americani possono essere condannati alla pena di morte senza un processo fintanto che s’invoca la “national self-defense”, l’autodifesa della Nazione), ma nel prossimo futuro si troverà nella condizione di ricercato internazionale penalmente perseguibile.
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Snowden è solo l’ultimo di una lunga serie di talpe (Bull Binney, Mark Klein, Thomas Drake) che hanno avvertito la popolazione statunitense dei poteri della NSA (National Security Agency, ndr). Tutte queste persone hanno svelato la cosa pubblicamente con messaggi più o meno simili -la NSA ha un appetito insaziabile per la sorveglianza, e negli anni si è largamente disancorata da qualsiasi controllo o limite-, ma è stata la rivelazione di Snowden a sollevare il polverone, il serio e diffuso dibattito su quale debba essere il limite appropriato del potere del governo statunitense nel sorvegliare i suoi cittadini. Che cosa c’è di speciale nella soffiata di Snowden?

Non è il contenuto della soffiata in sé. Le rivelazioni di Snowden sono tutto sommato informazioni minori: un documento Powerpoint che spiega in dettaglio il programma Prism, che sembra confermare quello che hanno detto Klein e Drake, ovvero che è venuta meno la distinzione tra la raccolta di informazioni fatta su particolari obiettivi d’indagine e quella sui privati cittadini, mentre le scappatoie per l’acquisizione “incidentale” di informazioni si sono moltiplicate così tanto da consentire la raccolta “all’ingrosso” e l’archiviazione di comunicazioni telematiche di chiunque, ovunque, per sempre».

Clay Shirky, The Guardian (per continuare a leggere, clicca QUI).

 

 

Clay Shirky ha pubblicato con noi Uno per uno, tutti per tutti. Il potere di organizzare senza organizzazione e Surplus cognitivo. Creatività e generosità nell’era digitale.

 

 

 

 

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