Evoluzione uomo internet

Drogati di internet

«Stuart Crabb, uno dei direttori esecutivi di Facebook, ama decantare gli straordinari lati positivi dei computer e degli smartphone. Ma come un crescente numero di leader del settore tecnologico, lancia un avvertimento: sloggatevi, una volta ogni tanto, e spegnete tutto».

Inizia così un articolo del New York Times sulla droga più insidiosa del ventunesimo secolo: internet.

L’esser sempre collegati, il controllo compulsivo delle mail e dei vari social media a cui siamo iscritti, il non riuscire a staccarsi dal telefonino neanche durante il pranzo, sono atteggiamenti a cui è molto difficile resistere in quest’era di iperconnettività, ma che alla lunga possono portare a danni seri, a una vera e propria dipendenza.

Quello della dipendenza da internet e dai nuovi device tecnologici è un argomento che nell’ultimo periodo si dibatte moltissimo, e con ansia crescente. La dipendenza da internet è molto più accettabile socialmente rispetto per esempio a quella da eroina, e forse proprio per questo è anche più pericolosa: si tende a passarci sopra, a minimizzare, quando invece bisognerebbe stare in guardia e, come minimo, appunto, spegnere il computer ogni tanto, e non controllare di continuo lo smartphone.

Per approfondire l’argomento, vi segnaliamo due nostri libri.

 

La libertà ritrovata, di , indaga la crescita esponenziale di internet e la sua presenza pervasiva nella vita di tutti i giorni, e ce ne racconta il lato oscuro. La corsa che compiamo ogni giorno, inconsapevoli, nel tentativo d’immagazzinare quest’immensa mole di dati -cosa in cui, com’è ovvio, non riusciremo mai- sta modificando il nostro approccio cognitivo e persino le nostre capacità di lettura, che tentano -invano- di adeguarsi a quelle inumane dei motori di ricerca.
“Solo riscoprendo l’elemento incalcolabile della mente umana avremo la chance di governare, e non di subire, la simbiosi con l’ambiente tecnologico in cui viviamo. Prima che Google ci dica quale concerto andare a vedere, o quale donna sposare”.

 

“Controllate la mail mentre fate colazione? O sul BlackBerry, nel bel mezzo di una riunione, armeggiando pateticamente sotto il tavolo? Avete inoltrato una mail a trenta persone senza controllare cosa ci fosse scritto in coda? Usate la posta elettronica per comunicare qualsiasi cosa vi passi per la testa? Vi siete iscritti a troppe mailing list? Premete ogni due minuti “Ricevi”, nella perversa speranza che sia arrivato l’ennesimo messaggio?” Se vi riconoscete in almeno uno di questi atteggiamenti, questo è libro che fa per voi: La tirannia dellemail di John Freeman, direttore editoriale di Granta.

 

 

 

 

 

 

 

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