Books

Da qualche parte ci sarà il prossimo Jonathan Franzen

John FreemanJohn Freeman, direttore di Granta e autore per noi di “La tirannia dell’e-mail”, ha scritto per Panorama -in occasione del cinquantenario del giornale- un articolo su libri di carta e libri digitali, sulla lettura da viaggio e la troppa poca lettura (o la non lettura) di chi vorrebbe scrivere di mestiere:

«Quando arrivai per la prima volta a New York a metà degli anni Novanta, Manhattan era una città di libri. Vivevo nell’East Village e sembrava che a ogni isolato ci fosse una libreria.

C’era la Libreria marxista gestita da un bianco coi dreadlock. E un ritrovo in voga che aveva tutto William S. Burroughs e William Gibson e gli altri William di tendenza. Sulla Settima (Strada, ndt) c’era un negozio che assomigliava a una grande flottiglia di libri, una versione letteraria e positiva di quelle mitiche isole di spazzatura che si dice siano in vertiginoso aumento nelle profondità dei mari.

Il commesso era un vietnamita col glaucoma. Sembrava non avere alcuna idea di dove emergessero tutti quegli ettari di volumi e di vinili, ma è in quel pagliaio che ho trovato il grande scrittore curdo Yaşar Kemal, e Amin Maalouf e Jayne Anne Phillips.

Naturalmente tutto questo ora non esiste più. Ogni tanto vedo ancora il marxista. Fa il barman. La flottiglia è stata buttata giù e si è trasformata in due bistrot esclusivi. Burroughs è morto da un pezzo e di anno in anno anche la sola possibilità che sia esistito sembra un fatto sempre più straordinario».

Per continuare a leggere, clicca QUI.

 

E per acquistare il libro di John Freeman, clicca sulla copertina.

John Freeman

«Controllate la mail mentre fate colazione? O sul BlackBerry, nel bel mezzo di una riunione, armeggiando pateticamente sotto il tavolo? Avete inoltrato una mail a trenta persone senza controllare cosa ci fosse scritto in coda? Usate la posta elettronica per comunicare qualsiasi cosa vi passi per la testa?»

La tirannia dell’e-mail

Le ultime news di Codice