Conoscere la storia è diverso da ricordare

«La conoscenza della storia non è lo stesso della memoria: la storiografia tenta di ricostruire con obiettività documentata gli eventi anche recenti in quanto passati, mentre al contrario la memoria -individuale o collettiva- seleziona soggettivamente i fatti che percepiamo come attuali per noi, in qualunque tempo si siano verificati, seleziona ciò che avvertiamo agire sul nostro presente, sulla nostra identità e coscienza in atto, e sprofonda il resto nell’oblio. La memoria è lo spessore temporale del nostro vissuto presente. La storia è maestra solo quando sappiamo tradurla nei termini della nostra memoria, interiorizzandola come nostra esperienza e coscienza. Allora la storia ci offre nozioni che possono influire sui nostri criteri di giudizio e di comportamento.

Tuttavia la memoria ha i suoi difetti. Implica una stilizzazione dei fatti, una cristallizazione di stereotipi, di opinioni consolidate. La memoria può essere anche pre-giudizio: quando interpretiamo la situazione in atto secondo il già accaduto, allora il nostro sguardo troppo volto al passato ci farà leggere la storia, personale o sociale, come ripetizione, e non coglieremo ciò che è senza precedenti».

Stefano Levi Della Torre, Il Fatto Quotidiano (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).

 

Stefano Levi Della Torre è autore per noi, insieme a Claudio Magris, di Democrazia, legge e coscienza.

Claudio Magris, Stefano Levi Della Torre - Democrazia, legge e coscienzaQuello tra coscienza e legge è un rapporto complesso che regola la vita della persona all’interno della comunità e delle istituzioni, una costante tensione talvolta sfociata in tragico conflitto, interiore e sociale. Ma quando è giusto, se è giusto, ribellarsi alla legge? E in nome di quali principi?

 

 

 

 

 

 

 

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