– Nuove uscite –
Saggistica: Il mito infranto di Antonio Galdo
Dal 22 gennaio in libreria e in e-book il primo libro Codice del 2025, Il mito infranto di Antonio Galdo.
«Il sindaco di Messina Renato Accorinti si presenta alla Festa delle Forze Armate in jeans e t-shirt con la scritta “Tibet libero”. Citando l’invito a “svuotare gli arsenali e colmare i granai” di quel pericoloso sovversivo che fu Sandro Pertini, poi srotolando una bandiera arcobaleno con la frase della nostra carta Costituzionale “l’Italia ripudia la guerra”, costringe alla fuga ben “due generali due” e riceve la reprimenda del ministro lettiano Gianpiero D’Alia: «una provocazione demenziale e inopportuna, il sindaco si scusi pubblicamente».
Semmai a scusarsi dovrebbe essere proprio il governo che, sotto l’alto patrocinio del nume tutelare del ceto partitocratrico Giorgio Napolitano, continua a gabellare come “indispensabile” l’acquisto dei caccia F-35; mentre irride i lavoratori con paghette di 14 euro.
Nel frattempo, il candidato sindaco di New York Bill de Blasio vola nei sondaggi proponendo di virare le riduzioni fiscali del suo predecessore, riservate a finanzieri di Wall Street e costruttori di torri di lusso, a investimenti in asili nido e case popolari.
Certo, per un vecchio borghese come il sottoscritto la tenuta sbulinata di Accorinti è un po’ irritante (il mancato rispetto delle forme mi sembra una corriva concessione allo “snobismo da sanculotto”); per l’europeo schizzinoso nei confronti di un certo melange politico-affaristico nordamericano, induce una qualche sospettosità apprendere che la lobby degli immobiliaristi ha deciso di appoggiare de Blasio.
Ma sono solo quisquilie. Quanto davvero conta è la ripresa di militanza urbana che questi personaggi riescono ad attivare.
Possiamo leggere le due vicende come un unico segnale a conferma delle tesi di quanti indicano le città come i luoghi in cui si può rifondare democrazia e civismo?
Nella crisi di politiche nazionali sempre più dipendenti dalle invenzioni manipolatorie dei creativi, che “vendono” i leader presunti carismatici come marchi riducendo la progettualità a ingannevoli trovate pubblicitarie e teatralità a scopo di raggiro, l’idea di ripartire dall’uscio di casa sembra l’unica scelta vincente a disposizione».
Pierfranco Pellizzetti, MicroMega (per continuare a leggere, clicca QUI).
Stiamo assistendo, in questi anni, a una progressiva accelerazione delle insorgenze sociali: dalle piazze maghrebine agli indignados fino a Occupy Wall Street, l’opposizione al vigente ordine economico e politico si è diffusa a macchia d’olio. Eppure le logiche che hanno regolato il mondo negli ultimi trent’anni non sono state neanche scalfite, e l’antagonismo è rimasto confinato nella dimensione sterile della pura testimonianza, politicamente inerte. Perché? Secondo Pellizzetti è il conflitto il vero motore del cambiamento, la linfa vitale utile ai movimenti per riconquistare posizioni di forza. Per mirare al cuore di tenebra del potere del terzo millennio, indignarsi non basta più: occorre occupare democraticamente il punto critico dove il potere collude con il denaro.
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