Come leggere uno scrittore: Philip Roth

 

«Nessuno scrittore americano conosce il mestiere meglio di Philip Roth. Nell’ultimo decennio, però, mentre scriveva una serie di capolavori e diventava nuovamente, a settant’anni, uno degli autori più venduti di sempre, Roth si avvicinava a un genere a lui del tutto nuovo: l’elogio funebre.

“Non è un genere che desiderassi affrontare” dice lo scrittore, vestito con un maglione nero e una camicia Oxford blu, negli uffici di Manhattan del suo agente letterario. “Sono stato ai funerali di, diciamo, quattro amici stretti, uno dei quali era uno scrittore”.

E non era preparato per nessuno di quei funerali.

“L’idea è più o meno questa” spiega “I tuoi nonni muoiono. E poi, a tempo debito, muoiono i tuoi genitori. La cosa davvero sorprendente è che inizino a morire i tuoi amici. Questo non è in programma”. Roth dice che quest’esperienza l’ha spinto a scrivere Everyman, una straordinaria riflessione sulla mortalità. La storia inizia con il funerale di questo personaggio senza nome, e poi torna indietro per raccontarci la vita dell’uomo. Per molti versi, Everyman non è un tipico personaggio alla Roth. Lavora nella pubblicità, e si comporta da padre e marito fedele per lunghi periodi di tempo. “Volevo un uomo che fosse convenzionale” dice Roth “Così [questo tizio] tenta di condurre una vita che rispetti appunto le convenzioni, ma le convenzioni lo tradiscono, come convenzionalmente fanno”.

Col passare del tempo, mentre il suo fisico subisce un crollo, il personaggio di Roth mette fine al suo matrimonio, rompe i ponti con il fratello, e infine lascia la pubblicità per poter trascorrere gli anni della pensione a dipingere. Nel frattempo, il suo orologio biologico continua a ticchettare forsennatamente. In effetti il romanzo, che Roth una volta chiamò “The Medical History” potrebbe essere letto come uno di quei cartelloni da studio medico che raffigurano un corpo umano scarnificato.

“Mano a mano che le persone invecchiano” dice Roth “La storia della loro vita si restringe fino a diventare la loro cartella clinica. Passano il tempo sotto le cure di dottori, ospedali e farmacie, e alla fine, come capita nel libro, diventano quasi lo specchio della loro storia medica».

 

Tratto da Come leggere uno scrittore, di John Freeman, in uscita a maggio 2013.

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