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Che cos’hanno in comune i Beatles e il Big Bang? – L’intervento di Amedeo Balbi a Che tempo che fa

Fabio Fazio: «Che cosa c’entra l’inizio dell’Universo con i Beatles?»
Amedeo Balbi: «Potrei risponderti banalmente dicendo che hanno scritto Across the Universe. Però ti do una risposta un po’ più interessante: cinquant’anni fa, nel febbraio del 1964, i Beatles arrivano per la prima volta negli Stati Uniti. Il 2 marzo, ovvero oggi, cinquant’anni fa, iniziano a girare A Hard Day’s Night (…), il loro film, aperto da una canzone famosissima che a sua volta si apre con quest’accordo: è uno degli accordi più famosi della storia del rock, ed è anche l’inizio non solo del successo internazionale dei Beatles ma anche di un piccolo mistero, perché i fan iniziano subito a formulare teorie su quali siano le note che lo compongono, quali siano gli strumenti che hanno suonato queste note. Nello stesso periodo, sempre nei primi mesi del 1964, su una collina del New Jersey -a non molta distanza da dove sono arrivati per la prima volta i Beatles- c’è un altro mistero, che ha per protagonisti due giovani radioastronomi»

 

 

 

Amedeo Balbi ha pubblicato con noi Cosmicomic. Gli uomini che scoprirono il Big Bang e Il buio oltre le stelle. L’esplorazione dei lati oscuri dell’universo.

Cosmicomic_piatto_cover1964, Holmdel, New Jersey. Mentre mettono a punto un’antenna, due giovani radioastronomi captano un fastidioso, onnipresente rumore di fondo. Inizia così un’investigazione che li porterà a ripercorrere a ritroso mezzo secolo di storia della scienza, tra scoperte sensazionali e intuizioni ingiustamente trascurate, seguendo le tracce di scienziati noti e meno noti: dai mostri sacri Einstein e Hubble al prete-scienziato Lemaître, dal dissacrante Gamow all’eretico Hoyle. Ognuno di loro ha intravisto un pezzo della soluzione, ma nessuno è riuscito a ricostruire il quadro completo. E mentre la storia si dipana, prende corpo la possibilità che dietro a un banale ronzio possa nascondersi qualcosa di molto più importante, la risposta a domande che l’umanità si è posta fin dalla sua infanzia: come e quando è iniziato tutto quanto?

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Amedeo Balbi - Il buio oltre le stelleI primi osservatori che secoli fa sollevarono lo sguardo e cominciarono a scrutare il cielo potevano appena immaginare cosa si nascondesse dietro quel poco che si vedeva a occhio nudo. Da allora l’uomo ha raggiunto risultati straordinari, ha esplorato le più remote profondità del cosmo, e ha tracciato un quadro molto soddisfacente della struttura complessiva dell’universo e dei meccanismi che ne hanno governato l’origine e l’evoluzione. Eppure, per alcuni versi, non siamo in una situazione tanto diversa rispetto a quei primi osservatori. Dopo tutta la strada percorsa, dopo tutte le scoperte e i progressi, gli astronomi conoscono con certezza la natura fisica di una porzione limitata di universo, appena il 5% del totale: una goccia in un’oscurità di cui possiamo solo intuire la maestosità e la vertigine. Cosa sono l’energia e la materia oscura, le componenti predominanti del cosmo di cui abbiamo per ora solo una conoscenza indiretta? Potrebbero mettere in discussione le ipotesi fisiche alla base della descrizione e dell’interpretazione dell’universo? I segreti da strappare al buio del cielo notturno sono ancora tanti.

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