– Nuove uscite –
Saggistica: Il mito infranto di Antonio Galdo
Dal 22 gennaio in libreria e in e-book il primo libro Codice del 2025, Il mito infranto di Antonio Galdo.
«Le donne che cantano, nel fiume. È il primo ricordo di Briciola, sebbene all’epoca non fosse ancora nato. Nondimeno la strada che serpeggiava tra le montagne gli appare nitida, e così pure la sosta per riposarsi tra fiori gialli che si chiudevano al tocco dei bambini. Era il tramonto quando la Carovana vide il fiume inverdire lungo la curva e stabilì di fermarsi per la notte. Era una sera di primavera tinta di blu, faceva freddo.
Camion, pullman e furgoni si disposero in cerchio a ridosso dell’argine, come bisonti contro il vento; al centro, il Pink Piper, l’autobus a due piani. Handy, il capo, si trovava sul tettuccio del Piper per rivolgere il saluto del sole al giorno morente.
Bambini nudi sfrecciavano ai margini dell’accampamento, la pelle irruvidita dai brividi. Gli uomini accendevano un falò, accordavano chitarre, cominciavano a preparare cene a base di frittelle e stufati di verdure. Le donne lavavano vestiti e biancheria nel fiume gelido, sbattendo i panni contro le rocce. Negli ultimi sprazzi di luce, sotto l’ombra sempre più scura delle loro ginocchia, la corrente scintillava di bolle di sapone.
La madre di Briciola, Hannah, si drizzò per sollevare un lenzuolo, sembrava stesse spelando la superficie dell’acqua. Era rotonda dappertutto: nelle guance, negli arti, nei capelli, nelle trecce che si chiudevano in un anello dorato. Il jeans della tuta da lavoro le si tendeva sul pancione, al cui interno si trovava Briciola, che, cellula dopo cellula, andava prendendo forma. Suo padre Abe si fermò sull’argine per guardare Hannah, che teneva la testa piegata, ascoltando le altre donne cantare, le labbra appena incurvate da un sorriso.
Più tardi gli aromi della cena furono coperti dal fumo, dall’odore di legno bruciato. Il fuoco avvampava contro il freddo. Ci fu ancora musica: Froggy Went A-Courtin cantata da Handy, famoso per la sua voce stridula, e poi Michael, Row the Boat Ashore, The Sounds of Silence. I panni che asciugavano sui cespugli erano come fantasmi ai confini di tanto spettacolo.
È impossibile che Briciola potesse ricordare tutto ciò: le settimane che precedettero la sua nascita, i tre anni prima di Arcadia, il 1968 che passava per radio, Khe Sanh e le Olimpiadi invernali di Grenoble, la Carovana che saltava da un posto all’altro del paese come un bambino che giochi alla campana, e quella sera, con la sua luce blu e il falò e lo spettrale baluginare delle lenzuola nell’oscurità. Eppure se ne ricordava. Il ricordo gli è rimasto appiccicato addosso, raccontato da Arcadia perché divenisse storia comune, raccontato tante di quelle volte da crescere nell’animo di Briciola finché quel ricordo non è diventato una storia sua. La notte, il fuoco, la musica, la schiena di Abe che tiene a distanza il freddo, Hannah che si appoggia alla fronte abbrustolita di Abe, e poi lui, Briciola, raggomitolato tra i genitori, avvolto nella loro felicità, felice».
Lauren Groff, Arcadia (per leggere le prime 20 pagine, clicca QUI).
America, stato di New York, fine anni Sessanta. Un gruppo di giovani decide di fondare una comune basata suil’amicizia, la condivisione, l’amore e l’indipendenza dal denaro. La chiameranno Arcadia. Ed è qui che nasce Briciola, il primo dei molti figli che andranno a popolare un mondo bucolico e ricco solo di ideali, ben presto corrotti dalle difficoltà della convivenza. La fine della comune costringerà Briciola e il suo grande amore Helle, nati e cresciuti in un mondo popolato da sognatori, a misurarsi con il mondo reale, quello della New York degli anni Ottanta.
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